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Visibilinvisibili

28 marzo, 2019 - 21:00 Teatro "Le Musichall", corso Palestro, ang. via Juvarra - Torino

Caro Renzo, grazie per la serata di ieri a Biennale Democrazia, una riflessione purtroppo indispensabile su quanto accade ancora oggi. Una realtà che avete testimoniato con una misura realmente umana, pulita, “semplice”, lucida e diretta su quanto da sempre incombe nei nostri mari… E non solo. Ho apprezzato molto il lavoro! E’ vero, siamo “tornati indietro” ed è agghiacciante comprenderlo. Grazie per quanto denunci, sempre con una chiarezza espressiva e artistica che pone lo spettatore, senza alcun filtro protettivo o consolatorio, di fronte alla VERITA’. Siamo tutti responsabili e non lo dobbiamo dimenticare. E’ anche bello! E’ un lavoro pulito! E’ vero. E’ il teatro che non veste altro che l’essenza. Grazie!

Paola Tortora – Attrice

Così ne parla Torinosette.it

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soggetto e regia  Renzo Sicco
interpreti  Silvia Nati, Angelo Scarafiotti, Mattia Mariani, Stefano Cavanna
regia video  Marco Pejrolo
fotografie  Pier Paolo Cito
voci registrate  Lino Spadaro, Vinicio Capossela, Marco Morellini

 

Nel programma di biennale-democrazia

Con la collaborazione di

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Le coste del Mediterraneo si dividono in due,
di partenza e di arrivo, però senza parcheggio:
più spiagge e più notti d’imbarco, di quelle di sbarco,
toccano Italia meno vite, di quante salirono a bordo.
A sparigliare il conto la sventura, e noi, parte di essa.
Eppure Italia è una parola aperta, piena d’aria.
Erri De Luca

 

Chi sono? Chi li conosce? Ogni tanto se ne sente parlare, ma soltanto quando fanno naufragio, quando muoiono, ovvero quando “fanno notizia”. Sono in tanti, attraversano le acque del Mediterraneo, il Mare Nostrum, in cerca di sopravvivenza, per scampare alla fame e alle guerre: sono i giovani africani e dell’est europeo che ignoriamo, emarginiamo, criminalizziamo per esorcizzare il nostro disagio verso la diversità.
Con Visibiliinvisibili, Assemblea Teatro dà coraggiosamente loro voce e la finzione del teatro, ancora una volta, disvela la realtà, il vissuto di emigranti: una spagnola, un marocchino, un senegalese e chissà quanti altri….
Avviene, attraverso la scrittura poetica di Erri De Luca, Gabriele Romagnoli, Pier Paolo Pasolini, ma anche attraverso quella di ragazzi e ragazze comuni che hanno lasciato i loro villaggi con valigie colme di sogni. Si dipanano così le storie di coloro che non hanno né volto né nome.
La recitazione rende testimonianza di culture altre, intrise di memoria atavica e di afflato tra uomo e Cosmo, come nel testo di Birago Diop, ove non vi è separazione tra natura, mondo dei vivi e quello dei morti.
La scenografia è essenziale, costruita a partire da quattro sedie sormontate da altrettanti video che rimandano i volti di coloro che hanno abbandonato la loro terra non per colonizzare, come noi europei, ma per cercare miglior destino. Qui teatro e realtà si incrociano, si abbracciano nelle parole di chi desidera considerazione, rispetto e dignità.
La tecnologia si compenetra di umanità: tra gli attori e le immagini video si instaura un dialogo-intervista che illumina le poliedriche situazioni di adattamento, di disagio, di nostalgia e di speranza dei migranti.
Uno spettacolo-riflessione, dunque, intriso di emozioni forti, capace di indurci, attraverso la poesia e lo stupore dello scoprire nuovi universi, verso quel confronto con l’alterità che è fonte di vicendevole arricchimento…. A tutti il compito di saper cogliere con sensibilità una tale ricchezza.

Patrizia Mattioda

 

 

C’è attorno a noi bisogno di capire.
Gli interrogativi sorgono dal flusso degli eventi quotidiani che la cronaca con forza ci riversa addosso, più numerosi delle risposte che riusciamo trovare.
Queste ultime hanno tempi di elaborazione e hanno necessità di strade che aiutino a comprendere.
Il teatro da diversivo spettacolare, comico o tragico che sia, deve tornare alla sua funzione primaria di lettura della società in cui viviamo e delle tensioni che la attraversano.
Per questo, Assemblea Teatro, in questi anni ha affiancato al lavoro sulla drammaturgia che nasce dalle pagine del teatro, della letteratura o della fiaba, altri momenti che traggono linfa dalla memoria, dalla storia, dalla quotidianità.

La foto - copertina della Biennale della Democrazia 2019

La foto – copertina della Biennale della Democrazia 2019

Visibilinvisibili è un naturale sviluppo di questo percorso. Lo spettacolo che ha debuttato nel 2004 torna in scena dopo 15 anni. In Italia, già gli Anni ’90 hanno contato episodi di sbarco di massa di migranti, partiti dai paesi africani e dalle coste albanesi.
Per i mass-media queste folle si individuano nella pericolosità sociale della microdelinquenza, nell’emergenza dell’illegalità e criminalità.
Televisioni e giornali hanno esaltato la marginalità di questi stranieri, utilizzando termini squalificanti come clandestino o extracomunitario, un’informazione globalizzante che veicola stereotipi e strumentalizzazioni.
Lo spettacolo si apre alle parole che ci arrivano dalle partenze, dai viaggi (spesso tragicamente interrotti), dagli approdi, dalla vita insomma, dei migranti.
Sia che giungano dal sud, sia che arrivino dall’est del mondo attraversano il Mediterraneo, un continente liquido, ma oggi anche un territorio solcato da rotte predeterminate e da confini insuperabili.
Il grande bacino d’acqua che per secoli è stato descritto come la culla delle civiltà, come snodo di tradizioni millenarie, punto di incontro di culture diverse, ha decisamente cambiato natura.
Quali che siano la biografia e l’identità di chi si avventura tra le sue acque, chiunque entri oggi in questo mare solido è costretto ad accettare un’identità diversa dalla propria, regolata dalla cultura della non-appartenenza.
Sono identità rigide, categorie specializzate, quelle che si incrociano ogni giorno nelle sue acque senza comunicare e senza riconoscersi, chiuse entro le loro rotte , così si può solo essere turisti, militari, pescatori, marinai, tecnici di piattaforme, o immigrati clandestini.biennale_spett_visibili
Di questi ultimi, dei loro destini parliamo in questo lavoro, ma anche del nostro futuro di comunità cresciuta senza più memoria.
Muovendoci tra piani rappresentativi multipli, incontriamo marinai, armatori, pescatori, che si alternano in un dialogo emotivo, dando voce alla poesia di Erri De Luca, Gabriele Romagnoli, Pier Paolo Pasolini, ma anche alle voci di Abdelhadi Abbaoui, Chtaibi Cherkaoui, Rigelsa Ciku, Juliana Brazoveanu, Vincent Nanduji Kotouan, ragazzi e ragazze comuni, partiti con grandi sogni dai villaggi del mondo.
Questi giovani stranieri irrompono nel buio di scena in un primo piano video, vengono accolti dagli attori in una conversazione-intervista.
La mediazione tecnologica recupera, in una dimensione privata e intima, il loro rapporto con la società italiana, le difficoltà del lavoro, la nascita di amicizie, la convivenza linguistica e culturale.
Parlando del loro senso di comunità, interrogano le coscienze sul difficile destino di chi dimentica le proprie origini e si chiude all’alterità.
Visibilinvisibili intende offrire possibilità di ascolto oltre i duri confini del razzismo, manifestazione evidente delle nostre insofferenze collettive.
Dare voce aiuta a scardinare l’intolleranza, evidente nemica della libertà.

Renzo Sicco

Prenotazioni: presso la biglietteria del teatro oppure on line con il circuito Vivaticket. Costo del biglietto: 5 Euro. Si può prenotare fino al 27 marzo. Alle ore 20.00 del 28 davanti al teatro saranno distribuiti i biglietti che saranno tornati disponibili

 

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