Con: Silvia Nati, Angelo Scarafiotti, Mattia Mariani, Stefano Cavanna
Soggetto e regia: Renzo Sicco
collaborazione alla regia: Lino Spadaro
regia video: Marco Pejrolo
voci registrate: Marco Morellini, Lino Spadaro, Vinicio Capossela
In collaborazione con
Così ne parla Torinosette.it
C’è attorno a noi bisogno di capire.
Gli interrogativi sorgono dal flusso degli eventi quotidiani che la cronaca con forza ci riversa addosso, più numerosi delle risposte che riusciamo trovare.
Queste ultime hanno tempi di elaborazione e hanno necessità di strade che aiutino a comprendere.
Il teatro da diversivo spettacolare, comico o tragico che sia, deve tornare alla sua funzione primaria di lettura della società in cui viviamo e delle tensioni che la attraversano.
Per questo, Assemblea Teatro, in questi anni ha affiancato al lavoro sulla drammaturgia che nasce dalle pagine del teatro, della letteratura o della fiaba, altri momenti che traggono linfa dalla memoria, dalla storia, dalla quotidianità.
Visibilinvisibili è un naturale sviluppo di questo percorso. Lo spettacolo che ha debuttato nel 2004 torna in scena dopo 15 anni. In Italia, già gli Anni ’90 hanno contato episodi di sbarco di massa di migranti, partiti dai paesi africani e dalle coste albanesi.
Per i mass-media queste folle si individuano nella pericolosità sociale della microdelinquenza, nell’emergenza dell’illegalità e criminalità.
Televisioni e giornali hanno esaltato la marginalità di questi stranieri, utilizzando termini squalificanti come clandestino o extracomunitario, un’informazione globalizzante che veicola stereotipi e strumentalizzazioni.
Lo spettacolo si apre alle parole che ci arrivano dalle partenze, dai viaggi (spesso tragicamente interrotti), dagli approdi, dalla vita insomma, dei migranti.
Sia che giungano dal sud, sia che arrivino dall’est del mondo attraversano il Mediterraneo, un continente liquido, ma oggi anche un territorio solcato da rotte predeterminate e da confini insuperabili.
Il grande bacino d’acqua che per secoli è stato descritto come la culla delle civiltà, come snodo di tradizioni millenarie, punto di incontro di culture diverse, ha decisamente cambiato natura.
Quali che siano la biografia e l’identità di chi si avventura tra le sue acque, chiunque entri oggi in questo mare solido è costretto ad accettare un’identità diversa dalla propria, regolata dalla cultura della non-appartenenza.
Sono identità rigide, categorie specializzate, quelle che si incrociano ogni giorno nelle sue acque senza comunicare e senza riconoscersi, chiuse entro le loro rotte , così si può solo essere turisti, militari, pescatori, marinai, tecnici di piattaforme, o immigrati clandestini.
Di questi ultimi, dei loro destini parliamo in questo lavoro, ma anche del nostro futuro di comunità cresciuta senza più memoria.
Muovendoci tra piani rappresentativi multipli, incontriamo marinai, armatori, pescatori, che si alternano in un dialogo emotivo, dando voce alla poesia di Erri De Luca, Gabriele Romagnoli, Pier Paolo Pasolini, ma anche alle voci di Abdelhadi Abbaoui, Chtaibi Cherkaoui, Rigelsa Ciku, Juliana Brazoveanu, Vincent Nanduji Kotouan, ragazzi e ragazze comuni, partiti con grandi sogni dai villaggi del mondo.
Questi giovani stranieri irrompono nel buio di scena in un primo piano video, vengono accolti dagli attori in una conversazione-intervista.
La mediazione tecnologica recupera, in una dimensione privata e intima, il loro rapporto con la società italiana, le difficoltà del lavoro, la nascita di amicizie, la convivenza linguistica e culturale.
Parlando del loro senso di comunità, interrogano le coscienze sul difficile destino di chi dimentica le proprie origini e si chiude all’alterità.
Visibilinvisibili intende offrire possibilità di ascolto oltre i duri confini del razzismo, manifestazione evidente delle nostre insofferenze collettive.
Dare voce aiuta a scardinare l’intolleranza, evidente nemica della libertà.