Informativa Cookie

Un forte segnale dal “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”

22 dicembre, 2014 - 14:22

Il nostro lavoro riceve, a volte, dei riscontri significativi che, come in questo caso, ci piace condividere non tanto per l’aspetto gratificante, che di questi tempi non fa comunque male, ma per il valore che assume.

“Sono insegnante di Lettere presso l’Istituto Professionale Giovanni Plana di Torino.

E’ con grande emozione che il 4 Dicembre scorso ho assistito per l’ultima volta con una mia classe – la Prima A Manutentori – allo spettacolo “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”.

Scoprii lo spettacolo per caso, due anni e mezzo fa, grazie a una locandina affissa nei locali della Piscina Stadio Monumentale di Corso Galileo Ferraris, dove mia figlia allora quindicenne partecipava, grazie al Pass 15 (che bei tempi… ora non esiste più!), ad un corso di hockey subacqueo.

Ero rimasta incuriosita dal titolo (avevo letto il libro di Brizzi vent’anni prima), ma soprattutto dalla colonna sonora (un concentrato del rock migliore negli anni ruggenti della mia generazione).

Avevo perciò trascinato allo spettacolo il marito e i quattro figli, che allora avevano 19, 15, 14 e 10 anni.

Entusiasmo di tutti! La musica dal vivo è un ingrediente che raramente si trova in uno spettacolo.

Da allora ho fatto leggere il romanzo di Brizzi nelle mie classi e ho portato un centinaio di allievi a teatro.

Capita che alla fine uno si affezioni anche un po’ agli attori…

E’ così che il 4 Dicembre, quando Alberto, il presentatore, ha annunciato che stava per andare in scena l’ultima replica, ho avuto un tuffo al cuore e ho assistito alla rappresentazione con un misto di nostalgia, gratitudine e ammirazione.

Nostalgia, perchè uno spettacolo teatrale alla sua ultima replica è come il “mandala” di sabbia dei monaci buddhisti o come l’opera d’arte di un “madonnaro”: un capolavoro, che un soffio di vento o uno scroscio di pioggia portano via per sempre senza lasciare traccia tangibile.

Gratitudine, perchè la corrente di energia e di voglia di vivere che permea tutto lo spettacolo va diretta al cuore degli spettatori e scuote, trascina fuori dal torpore della monotonia, dalla passività e dall’ assenza di senso.

Ammirazione , perchè Andrea, Chiara, Chiara, Michele, Stefano e Stefano sono veramente bravi e, soprattutto, sono VERI.
E nella memoria dei ragazzi che li hanno visti recitare, cantare e suonare resteranno un modello di impegno, di realizzazione personale e di libertà.

Grazie e buona strada!”

Maria Venditti

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>