Domitilla Calamai
Un piccolo libro delicato e delizioso. Capace di raccontare un ’68 mai raccontato, fuori da ogni mistificazione o strumentalizzazione. Lo fa scegliendo un punto di vista ingenuo ma molto concreto, gli occhi di una bambina che perse le sicurezze di una famiglia classica viene buttata nella vita di una comune (scelta rivoluzionaria dei genitori), e torna a fare la pipì nel letto.
Di lì in poi si susseguono spazi di nuova libertà e laceranti perdite dentro l’infanzia, in uno sfascio collettivo e individuale che è poi il disegno emotivo da cui nasce il nostro nuovo vivere contemporaneo. La bimba protagonista cresce e, nell’adolescenza e forse nella giovinezza, compie il tentativo di far convivere la nonna franchista e fascista con il poster di Che Guevara.
Domitilla Calamai tratteggia e affonda in personaggi credibili e vicini a molti di noi. Lo fa creandoci non poco disagio e imbarazzo, ma anche facendoci continuamente sorridere e ridere.
E chissà che davvero “tutto sto casino che è accaduto non sia poi perché l’uomo è andato sulla luna?”
Tutta colpa di Fidel
Domitilla Calamai
La tartaruga edizioni
pp. 102
Renzo Sicco