testo di Barbara Mastella
riduzione teatrale di Renzo Sicco
con Angelo Scarafiotti, Mattia Mariani
Chiara Pautasso, Silvia Nati, Stefano Cavanna
con la partecipazione di Michele Sicco
regia di Giovanni Boni
“Tutta la città piangeva i suoi campioni
mentre le bare sfilavano tra una fiaccolata di fazzoletti bianchi”
[Vittorio Veltroni]
Una intera città si è fermata. Torino è incredula per quel boato nella nebbia su in alto, sulla collina, alla Basilica di Superga. Tutto è finito alle 17.05 del 4 maggio 1949.
Aldo e Dino non avrebbero dovuto partire invece…
Avevano sopportato e superato il fascismo e l’invasione tedesca, la guerra, la fame. Poi erano entrati nella leggenda di una squadra che a quel tempo non conosceva eguali. Il loro viaggio era iniziato con un sogno vent’anni prima. Un viaggio che i due fratelli Ballarin avevano intrapreso insieme e che concludevano insieme… in pochi secondi, in uno schianto.
Con loro la vita era stata, tutto sommato, abbastanza generosa. Avevano raggiunto le mete prefisse ed esaudito i desideri. Non restava che andarsene per rendere udibili le loro voci, perché solo la morte restituisce ogni cosa.
A raccontare quegli anni difficili e travolgenti sono Dina e Miretta, le compagne e vedove dei due campioni. Lo fanno insieme ai cognati Iginio e Renato, riuniti insieme per aiutare un giovane studente a concludere la sua tesi, a capire qualcosa che non si può ripetere perché era perfetto. Questo accade ancora oggi anche perché i giovani, si sa, hanno bisogno di miti con cui crescere e confrontarsi.
Il testo, scritto da Barbara Mastella, parente dei due Ballarin, permette di entrare nella storia e nell’intimità dei ricordi di famiglia.