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Spazio Carceri – Omaggio a Marco Pannella

23 maggio, 2016 - 14:56
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Marco Pannella in una cella. Fonte: www.radicali.it

Tra le tante dichiarazioni seguite alla morte di Marco Pannella su La Repubblica del 20 maggio è apparsa una citazione dal libro “Sesto raggio” di Ornella Favero che volentieri riportiamo. Il nostro impegno e la nostra attenzione al tema delle carceri e alla sua popolazione vengono da lontano e hanno sempre incrociato l’attenzione di Marco Pannella che ci lascia in eredità uomini e militanti come Bruno Mellano formatisi alla sua scuola di lotta e umanità e smisurata attenzione per i diritti.

“Ultimo giorno dell’anno del 2009, carcere di Padova, l’idea di Marco Pannella di essere qui con le persone detenute è un modo straordinario per riportare al centro dell’attenzione non il “problema carcere”, ma gli esseri umani che vivono accatastati dentro. Pannella ottiene di far aprire tutti i blindati e comincia, con Rita Bernardini, un paziente “porta a porta” di quelli veri, una notte di autentico ascolto di sofferenze piccole e grandi, solitudine, angoscia. Non sono ancora le undici dell’ultima notte dell’anno e quasi tutti stanno dormendo. Nessuno qui ha voglia di fare festa” 

Iniziavo così il racconto di una notte particolare, vissuta con Marco Pannella a “festeggiare” il Capodanno in quel carcere, nel quale entro ogni giorno come volontaria. Di quella notte ricordo che mi ha colpito una cosa rara e preziosa: la capacità di far sentire le persone ancora vive e degne di ascolto e la combattività, la conoscenza approfondita dei problemi del carcere, l’attenzione vera a tutti, anche a ogni agente che stava lì a testimoniare quanto sia duro lavorare in condizioni di degrado e rischio. E poi mi ha impressionato l’accoglienza che le persone detenute riservavano a Pannella: era vissuto da ogni detenuto come un suo personale amico, uno che conosce da sempre e con cui si è fieri di avere un rapporto di vicinanza e di affetto. Oggi sogno che si possa presto dedicare a Marco Pannella una vera riforma delle pene e delle carceri, un’idea di pena che rinunci a rispondere al male fatto con altrettanto male, e che metta al centro il dialogo, il confronto, l’ascolto.

ristrettiorizzonti

Ornella Favero. Foto: www.piazzagrande.it

L’Autrice è direttrice di Ristretti Orizzonti e presidente della Conferenza nazionale volontariato giustizia 

 

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