Gli ultimi giorni, e paradossalmente i più frenetici, di questo lungo tour, sono trascorsi in due Paesi dove Assemblea Teatro è oramai di casa, Argentina e Uruguay, due Paesi così familiari da poterli considerare un’unica tappa di questo lungo viaggio.
Frenetici per i tempi, le distanze, e le emozioni.
Andare in scena a l’ESMA, la Escuela de l’Armada, un tempo campo di tortura oggi presidio d’arte e memoria, e lì portare le parole di Pablo Neruda, volare, fare altre centinaia di chilometri in pullman per San Francisco e Cordoba e subito calcare il palco in teatri straboccanti di spettatori, presentare a Montevideo una mostra fotografica che racconta anni di viaggi, strade e luoghi conosciuti e oggi familiari, ma anche lo spettacolo e il libro alla Fiera del Libro nella capitale latinoamericana della cultura. Tutto questo in una manciata di giorni!
IL FUNERALE DI NERUDA
Le ultime repliche de EL FUNERAL DE NERUDA hanno confermato la compattezza e la qualità di uno spettacolo che, attraverso il Poeta Pablo Neruda, narra la forza della parola, la sua importanza per l’uomo, nei momenti più estremi come nella quotidianità. Nuovamente repliche caratterizzate da una grande affluenza di pubblico e da un davvero significativo risultato in termini di apprezzamento. Il modo migliore di terminare una lunga ed importante tournèe che ha saputo degnamente omaggiare il Poeta in occasione del quarantennale dalla sua morte.
ITALIA E URUGUAY A OCCHI APERTI
Marco Pejrolo ha inaugurato a Montevideo “Italia Uruguay ad occhi aperti”, il terzo capitolo del progetto fotografico “Stre3t”, un omaggio al Paese Sud Americano e all’Italia, osservati con affetto, ritratti con la spietata impertinenza della street photografy e con l’ironia che deriva dalla distanza dalla realtà offerta dall’obiettivo della macchina fotografica: ad occhi aperti, appunto.
La mostra sarà visitabile per l’intero mese di ottobre e solo dopo farà ritorno in Italia per una nuova tappa.
Alcune parole tratte dal “Diario” dopo la serata de l’ESMA:
“La sala Heraldo Conti, il locale trasformato in teatro dove presentiamo il nostro spettacolo, è collocata nel primo hangar di spalle alla palazzina dell’ingresso principale. E’ un enorme spazio dedicato alla cultura come mezzo di diffusione o di espansione del concetto di memoria. Mostre di arte plastica, fotografia, design e naturalmente uno spazio doveroso al “nunca mas”. Poi il grande salone e il bel teatro, una sala per 250 o 500 posti con gradinate mobili modulabili.
Si tratta di un luogo immediatamente e inevitabilmente carico di impatto emotivo. Molti ancora oggi, 36 anni dopo il golpe, lo vivono come un luogo sinistro e non si avventurano ad entrare. Las madres lo hanno voluto trasformare in luogo di memoria e molti altri adesso iniziano a capirne la necessità e ne visitano le sale ricche dei segni di quei “figli” spezzati e fatti scomparire, molti proprio da questi saloni.”
Renzo Sicco