SCENARIO è un Premio, ma soprattutto un’occasione. E non mi rivolgo ai ragazzi che biennalmente si cimentano nella sfida. Ma alle strutture che fanno Teatro e che si impegnano costantemente in questo Premio.
Anche quest’anno, per la quarta edizione di fila, Torino porta in dote al Premio un grande numero di progetti e dunque un variegato mondo teatrale che, tra la Valle d’Aosta e la Liguria, propone idee da mettere in scena. Leggere tanti progetti è estremamente stimolante perché capita a ogni edizione che si trovi un argomento, un filo rosso, che sta al centro del pensiero di tanti ragazzi diversi tra di loro.
Quest’anno i temi che ci è sembrato interessassero ai più sono, non a caso, la società e la crisi economica e generazionale, il passaggio a quel che verrà dopo e che tanto spaventa. Escono tante domande, ancora poche risposte nette su “cosa possono e devono fare i giovani”, e qualcuno, più di altri, nelle poche righe della presentazione, riesce persino a dire tutto… “Siamo in un’epoca di crisi, noi ristagniamo, noi giovani. Sì colpa di chi ci ha preceduto e del regalo che ci sta facendo. Ma noi siamo inadeguati. Noi non rispondiamo. Noi non agiamo”. Parole nette e che fanno riflettere. E l’inadegautezza, quasi una presa di coscienza, torna e ritorna. In forme diverse, con sfumature altre. Può chiamarsi paura, irresponsabilità, poco coraggio, scarsa attenzione o scarsa volontà. Ma sempre inadeguatezza è.
Ma ecco che spostando leggermente il soggetto, al pari di una piantina, sta germinando una nuova coscienza, anche se nella forma del “noi non siamo ancora in grado di agire”. La risposta la daranno in scena i progetti che, selezionati o no, diventeranno comunque lavoro teatrale dedicato al pubblico.
Ecco la ricchezza di questa nuova selezione. Una nuova fotografia dello stato della gioventù, nulla di scientifico, nulla di commissionato dalle imprese per vendere o inviare sul mercato un nuovo prodotto. Una fotografia sincera, scattata dai protagonisti. Il teatro è la società che viviamo, l’epoca in cui ci troviamo. E’ la crisi, ma è anche un tentativo di risponderle.
Grazie ai tanti che anche quest’anno ci hanno scelto per la loro nuova avventura.