Conosco Marco da oltre vent’anni e per altrettanti ho girato con lui per il mondo.
Ci unisce una compagnia teatrale, Assemblea Teatro, che io dirigo e di cui lui è regista e attore. Assemblea Teatro ci ha permesso di incontrare molti cieli dove esistono mondi diversi dal nostro quotidiano. Il punto di vista del palcoscenico è un’occasione insolita per guardare. Molte volte ho visto Marco ampliare quell’attenzione in compagnia di diverse macchine fotografiche che via via in questi anni si sono succedute alla sua mira. Marco fissa immagini che altrimenti sfumerebbero in un battito perchè c’è sempre un particolare che lo chiama e lui ben sa quanto quel dettaglio possa essere capace di innescare una storia. Risultato, lui ritorna dai suoi viaggi con una valigia piena di pensieri fissati, un tempo dentro a dei rullini, ora nel digitale. Sono pensieri silenziosi, soggetti inconsapevoli, capaci di innestare storie da lui “ascoltate” senza bisogno di parlare con nessuno. Storie immaginarie? A volte è sicuramente così, ma può anche darsi, però, che nel grande numero nulla vieti che alcune di quelle storie siano proprio come nella realtà.
Marco sa che le storie stanno nascoste nei luoghi o nei particolari più impensabili. Nei punti di alta concentrazione umana, così come in spazi sterminati di solitudine e vento, ma in entrambi i casi ogni esistenza è unica. Le storie sono tra noi, a volte ci passano accanto perché la nostra indifferenza o il nostro carico di altre attenzioni non le sa ascoltare, non le sa guardare, non riesce a vederle. Marco sa cercare il senso in un oggetto, in un particolare, in un volto e sapientemente sa altrettanto bene che troppa nitidezza diventa un testo invadente capace di limitare l’immaginazione. Una fotografia troppo definita può essere un ostacolo alla storia giacchè il racconto vive maggiormente nell’irrealtà dei colori,nell’angolazione inusuale, nella sorpresa dell’indefinito.
Così gli da campo libero e quella libertà la rende a noi, lasciandoci liberi di riempire i suoi trittici di storie evocate dalla memoria del genere umano.
Renzo Sicco
28 Piazza di Pietra – Fine art gallery
Palazzo Ferrini – Cini | Piazza di Pietra 28, Roma
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Orario d’apertura: lunedì – sabato 11-13/16-20 e su appuntamento
lunedì mattina chiuso
Un poeta dell’immagine così oso definire Marco. Recensione impeccabile.