Le pazze di Plaza de Mayo
testo di Massimo Carlotto
regia Lino Spadaro
con Annapaola Bardeloni
Giovedì 9, il sole illumina la Casa Rosada e il bianco monumento al centro di Plaza de Mayo. “Le madri” hanno terminato di camminare. Un altro giovedì, il primo di questo novembre 2000. “Ni olvido, ni perdon”. Torno al luogo dell’inizio. Qui dove la risolutezza di Carmen, di Azucena, di Isabel, di Hebe e delle centinaia di altre madri ha scritto
una storia inimmaginabile per la sua straordinarietà, per il coraggio e la crudeltà che ne segnano i confini. Oggi Plaza de Mayo è apparentemente una piazza come un’altra di una grande città. I bambini sommersi dai piccioni, i genitori che scattano fotografie. Se guardi in terra però vedi disegnati i “pañuelos”, i foulards bianchi che sono diventati il simbolo delle “madres”. Senti allora il devastante senso del dolore, senti e capisci come soltanto tramutando quella disperazione in lotta queste donne abbiano potuto ridare un senso alla loro esistenza. Capisci e desideri che la giustizia annulli il peso della sofferenza, desideri che avvenga ma sai che non è accaduto e che difficilmente accadrà. Loro non desistono perché sanno che non deve accadere il silenzio. Ecco perché abbiamo unito alla loro voce la nostra, perché in ogni dolore, in ogni ingiustizia nulla è più devastante del silenzio. Non c’è sutura nella dimenticanza. Tornando qui capisco come abbiamo imparato ad ascoltare il dolore, come abbiamo acquisito il dovere del coraggio traendone una enorme lezione. Da quel momento, giorno dopo giorno, togliendo al nostro mestiere il trucco del teatro, abbiamo imparato a rappresentare la vita.
“Sì, eravamo pazze. Di dolore – racconta Taty Almeida, 86 anni, membro delle Madres de Plaza de Mayo Linea Fundadora – e pazze perchè protestare contro la giunta militare era pericolosissimo.” Dopo oltre quarant’anni e più di mille giovedì, l’informazione e la verità sono venute a galla e la giustizia avanza. Per questo continuiamo a raccontare in modo completo, documentato e rigoroso la storia della guerra sporca della dittatura argentina e delle Madres. Una storia unica e straordinaria, fatta di amore, dolore e coraggio.
Ingresso unico: 5 Euro
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