Il 7 maggio alle 21.00 presso il Mausoleo della Bela Rosin, strada Castello di Mirafiori 148/7 – Torino
con la partecipazione di
MARINELLA VENEGONI
e
CARLO GRANDE
letture di Angelo Scarafiotti e Andrea Castellini
PROFESSIONE REPORTER è stata per MIMMO CANDITO la capacità di raccontare dall’interno le guerre della fine e dell’inizio del secolo guardando sempre da vicino l’intreccio tra vita e morte che le contraddistingue. Era il suo lavoro quello che si era scelto vicino alla disperazione, alle case distrutte, alla gente chiusa nei sotterranei in attesa della prossima cannonata. Aveva scelto di stare dove si sentivano i missili senza sapere dove sarebbero caduti dove quando sentivi il loro sibilo nell’aria potevi solo gettarti faccia a terra nella polvere, e poi coprirti la testa con le braccia e
sperare, Un giornalismo etico della verità il suo. “Puoi raccontare quello che hai visto e vissuto non altro” diceva.
Poi ne ha raccontata un’altra di guerra più soggettiva e personale ma non meno feroce, quella che se lo è portato via, quella contro il cancro- Una guerra diversa e più silenziosa con altri suoni. I rumori di quelle macchine che gli sembravano scenografie di pellicole di fantascienza dove delle voci metalliche davano gli ordini; “non muoversi, girarsi su di un fianco, alzare le braccia sopra la testa e non respirare, adesso respirare”.
La guerra col cancro l’ha raccontata eliminando le approsimazioni, le paure inconscie e soprattutto i pregiudizi. Chiamando il male -cancro- col suo nome ed indicando con estremo coraggio la volontà e necessità di combatterlo.
Con consapevolezza ha affermato che un tumore quando lo hai avuto, lo avrai per sempre dentro di te anche quando l’hai cancellato. Come le guerre lo porterai dentro.
