Memoriale per Gino Baral
di Renzo Sicco e Darwin Pastorin
con Giovanni Boni, Silvia Nati, Stefano Cavanna
regia di Renzo Sicco
Pinerolo, Peñarol: due nomi identici che in due lati del mondo
in continenti lontani raccontano di
emigrazione, povertà, lavoro, rinascita e… calcio!
Nel marzo 2016 il Club Atletico Peñarol ha festeggiato con un grande evento l’inaugurazione del suo nuovo stadio. In questa squadra militano vecchie conoscenze del campionato italiano come Diego Forlan e Marcelo Zalayeta, anche se ha annunciato il suo imminente addio al calcio. Il nuovo stadio (il primo della squadra uruguayana) ha 43.000 posti a sedere ed è dotato delle più moderne attrezzature e servizi, al suo interno un museo del club, che è stato nominato dall’IFFHS (Federazione Internazionale di Storia e Statistica del Calcio) miglior club sudamericano del secolo.
Due avventori al bar, un ragazzo e un signore un poco attempato, una cameriera che si intromette e il discorso “da bar” per eccellenza. Il gioco del pallone. Penarol o Nacional? Il cuore di Montevideo, e dell’Uruguay intero, si divide tra due club storici. Ma il Peñarol è il club sudamericano più vincente, è la squadra il cui nome ha un sapore e una storia che ci porta dritti dritti in Italia, in Piemonte, a Pinerolo.
Il nome Peñarol lo ha dato Giovan Battista Crosa a un piccolo “pueblo”. Giuanèn per gli amici, è stato un emigrante, partito nel 1790 per il Nuovo Mondo. Peñarol è cresciuta e oggi è un “barrio” di Montevideo, la capitale d’Uruguay. 3 milioni di abitanti, il 50% di sangue italiano!
Dai rapporti che le due Pinerolo hanno già avuto, l’idea di raccontare attraverso il calcio un passato, non poi così lontano, in cui erano appunto i pinerolesi, con gli abitanti delle Valli e della pianura, a muoversi verso Genova, a imbarcarsi, spesso senza conoscere dove sarebbero sbarcati, verso le “meriche”.
E il calcio, la vera passione nazionale, sia d’Italia che d’Uruguay, si fa laccio forte che lega un barrio e una città dallo stesso nome.
Il testo dello spettacolo è stato scritto da un giornalista sportivo di fama nazionale, Darwin Pastorin. Nato in Brasile, italiano a tutti gli effetti, ha seguito eventi memorabili del calcio sudamericano e per oltre 30 anni ha raccontato il calcio italiano.
A lui il compito di portarci all’Estadio Campeon del Siglo …., di farci “viaggiare”, di farci amare ora l’una ora l’altra squadra, in un quadro che attraverso la memoria può indicarci un futuro comune.
Ingresso 10 Euro. Il ricavato sarà devoluto alla cura oncologica e alla costruzione di una libreria intitolata a Gino Baral