Una riflessione di Renzo Sicco sulla replica del 4 ottobre
Eppure, oltre 200 persone sono a fine spettacolo in piedi ad applaudire per oltre tre minuti, marcando così un gran successo ed una vittroria di una certa idea di teatro. Un teatro di impegno civile con un testo di parole alte di Luis Sepùlveda con un impeccabile attore 81enne: Julio Cardoso, un autentico dinosauro del palcoscenico. Tre attori maturi e intensi come Filomena Gigante, Clara Nogueira e Rui Spranger. Una giovane promessa emergente quale Joana Teixeira e un cameo italo latino con Daniele Li Bassi. Una regia compatta e forte capace di produrre una spinta collettiva intensa e di gruppo senza sacrificare alcuna indivdualità
A Porto debutta “O funeral de Neruda, in omaggio al poeta cileno a 46 anni dalla sua morte. Renzo Sicco, appoggiato dal necessario Giovanni Boni (interprete di Pablo Neruda nella versione italiana), dirigono gli attori della compagnia Seiva Trupe, una storica compagnia portoghese la cui data notarile di nascita è l’11 settembre 1973 (quando si dice la concasualità) per la nuova messa in scena in lingua portoghese grazie alla traduzione di Eduardo Leal.
Davvero significativo poter allestire quest’opera nel paese lusitano, uno dei pochi luoghi in Europa ancora attento alla parola poetica e alla poesia.
Neruda, Nobel della letteratura, ne rimane un artefice e un simbolo e la sua storia intrecciata a quella del Cile ne resta metafora e icona.
Il sottotitolo “Cravos vermelhos para Pablo”, garofani rossi per Pablo, in un paese che nei giorni della rivoluzione dell’aprile 75 ha messo garofani rossi nei fucili dei militari, si scontra simbolicamente con la durezza dei militari cileni che non solo coi fucili ma con gli aerei bombardarono il palazzo presidenziale de’ La Moneda a Santiago.
Riprendere un lavoro e dargli una nuova vita. Mi è successo diverse volte di farlo ma in questi 40 anni sempre l’ho fatto con la mia “famiglia”, ovvero con le truppe di Assemblea Teatro. Questa volta la scommessa è stata diversa ed è stata quella di lavorare con un altro gruppo in un altro habitat. Certo con attori di un gruppo indipendente con una storia di impegno civile e teatrale molto simile a quella di assemblea Teatro ma pur sempre con logiche e dinamiche proprie comunque diverse e in un’altra lingua. In più il compito aveva una missione pesante. Lo scorso anno per dinamiche burocratiche e amministrative Seiva Trupe vedeva annullato completamente il sussidio statale. Un gruppo storico veniva così cancellato. L’ingiustizia si poteva riparare con un progetto speciale, un progetto forte e alto. Ecco allora dopo il successo di “U-Boat 1277” la richiesta a Renzo Sicco di una regia e coproduzione con Assemblea Teatro. Testo e progetto ideale vista la storia della compagnia portoghese, nata proprio l’11 settembre 1973, mi è parso “Il Funerale di Neruda”, testo che amo molto, scritto con l’amico Luis Sepúlveda, scrittore e uomo cileno che i portoghesi amano a loro volta molto . Adesso posso dire che, nonostante diversi momenti miei di difficoltà e solitudine, la scommessa col debutto di stasera è stata completamente vinta e la fatica pienamente compensata. Ho trovato un bel gruppo di lavoro dall’alta professionalità e squisita umanità. Poi il sostegno di Giovanni Boni e la presenza di Maurizio Leoni hanno fatto il resto. Un pezzo di Assemblea come prezioso cameo sempre con me.
Renzo Sicco
(foto di Paulo Balreira ed António Alves)
Lo spettacolo di Assemblea Teatro sul funerale di Neruda va in scena in Portogallo
La compagnia torinese
“Il funerale di Neruda. Garofani rossi per Pablo”, tradotto dall’italiano al portoghese da Eduardo Leal, rievoca il percorso umano e politico dell’artista cileno, premio Nobel per la Letteratura, e fa rivivere un pezzo di storia del paese latinoamericano.
Renzo Sicco, con Giovanni Boni, che interpretava Neruda nella versione italiana, dirige gli attori della Seiva Trupe, nata ufficialmente l’11 settembre 1973, il giorno del colpo di stato in Cile che è per altro citato nello spettacolo.
La rappresentazione prende le mosse da ciò che successe alla morte dell’artista: una moltitudine di cittadini sfidò il regime, violando il coprifuoco, per accompagnare Neruda al cimitero, fra carri armati e mitra spianati. (Fonte: La Stampa)