Strane davvero a volte le coincidenze della vita.
Nell’ultimo anno Bombino per ben due volte ha realizzato concerti vicino a Torino, allo Zoom di Piscina e al Forte di Vinadio ed in entrambi i casi per impegni di lavoro non ho potuto vedere dal vivo questo artista nigerino che apprezzo moltissimo nella sua produzione musicale. 
E un giovane chitarrista tuareg che ben miscela il blues e il rock con le sonorità tipiche dell’Africa subsahariana con uno stile personale molto identificabile. A causa delle tensioni civili createsi in Niger negli anni novanta è stato costretto ad emigrare in Algeria e Libia, che sono il territorio di lavoro del nuovo spettacolo di Assemblea Teatro, ” RAIS “, ispirato dal romanzo dello scrittore algerino Yasmine Khadra “L’ultima notte del Rais” e dalla vita di Muammar Gheddafi. Non a caso dunque ho scelto un brano di Bombino per aprire lo spettacolo al fine di portare lo spettatore dentro una geografia musicale contemporanea adeguata e precisa. Bene, mi trovo in Portogallo per presentare il mio primo libro edito in lingua portoghese alla prossima Fiera del Libro di Porto e sfogliando un giornale scopro che proprio quella sera Bombino suonerà allo storico Festival di Vilar de Mouros che nelle sue passate edizioni ha ospitato artisti del calibro di Stranglers, U2, Elton John, Iggy Pop, Peter Murfy, Robert Plant, Peter Gabriel e molti altri. Non ho dubbi e non tentenno e trovo un biglietto per la notte. Riesco a piazzarmi in prima fila centrale davanti al palco e Bombino è lì. 
E un giovane chitarrista tuareg che ben miscela il blues e il rock con le sonorità tipiche dell’Africa subsahariana con uno stile personale molto identificabile. A causa delle tensioni civili createsi in Niger negli anni novanta è stato costretto ad emigrare in Algeria e Libia, che sono il territorio di lavoro del nuovo spettacolo di Assemblea Teatro, ” RAIS “, ispirato dal romanzo dello scrittore algerino Yasmine Khadra “L’ultima notte del Rais” e dalla vita di Muammar Gheddafi. Non a caso dunque ho scelto un brano di Bombino per aprire lo spettacolo al fine di portare lo spettatore dentro una geografia musicale contemporanea adeguata e precisa. Bene, mi trovo in Portogallo per presentare il mio primo libro edito in lingua portoghese alla prossima Fiera del Libro di Porto e sfogliando un giornale scopro che proprio quella sera Bombino suonerà allo storico Festival di Vilar de Mouros che nelle sue passate edizioni ha ospitato artisti del calibro di Stranglers, U2, Elton John, Iggy Pop, Peter Murfy, Robert Plant, Peter Gabriel e molti altri. Non ho dubbi e non tentenno e trovo un biglietto per la notte. Riesco a piazzarmi in prima fila centrale davanti al palco e Bombino è lì. Per chi come me per motivi generazionali non ha potuto vedere Hendrix risulta fulminante. In un epoca di suoni elettronici sa riportare la chitarra al centro della musica con una fusione tra corpo e strumento assolutamente impressionante. E’ una cascata di note che trainano i gregari in una cavalcata di ritmi che mescolano sapientemente cielo e sabbia, modernità e tradizione in un vortice inarrestabile, generoso e ipnotico. 
Il pubblico presente per altri nomi in scaletta nella serata si zittisce e rimane affascinato e trainato letteralmente dentro al set proposto tanto che alla fine, cosa insolita in questi Festival misurati al cronometro, gli organizzatori sono obbligati dalle richieste del pubblico a permettere un bis assolutamente imprevisto. Bombino, con stupefacente tranquillità, riparte in una corsa tra le dune del deserto che non lascia respiro. 
Poi coi suoi tre musicisti si inchina e se ne va. E’ di certo un buon auspicio averlo incrociato ora che tra poche ore riprendiamo le prove prima del debutto.
Il pubblico presente per altri nomi in scaletta nella serata si zittisce e rimane affascinato e trainato letteralmente dentro al set proposto tanto che alla fine, cosa insolita in questi Festival misurati al cronometro, gli organizzatori sono obbligati dalle richieste del pubblico a permettere un bis assolutamente imprevisto. Bombino, con stupefacente tranquillità, riparte in una corsa tra le dune del deserto che non lascia respiro. Poi coi suoi tre musicisti si inchina e se ne va. E’ di certo un buon auspicio averlo incrociato ora che tra poche ore riprendiamo le prove prima del debutto.Renzo Sicco
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