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Mr Gwin – Tre volte all’alba

25 aprile, 2012 - 16:42

di Alessandro Baricco

Tra i libri che si trovano nell’ultimo periodo sugli scaffali delle librerie tanti sono i sequel, o i “secondi”, figli di altri libri, storie che stanno in piedi perché rimandano a qualcosa o a qualcuno. Spesso un sequel non è altro che conseguenza, quasi mancassero le idee nuove, a volte però il sequel può sembrare una necessità. Questo è lo “strano” caso di Alessandro Baricco. Li ho letti d’un fiato, MR. GWIN e TRE VOLTE ALL’ALBA, sono buoni libri, scritti bene, apparentemente non troppo commerciali. Infatti si nascondono dietro titoli e copertine non di richiamo. Ma sono legati da una necessità che si scopre tra le righe, sfogliando le pagine, da una voglia sfrenata di fuggire dalla propria vita, da qualcuno, dalla monotonia o semplicemente da una giornata storta. Ecco dov’è allora la bellezza, in questo nesso profondo. Mr Gwin è lo scrittore che abbandonerà per sempre la penna. Lo promette. Crea un lavoro nuovo e unico. Mente, a tutti. Forse è proprio lui a scrivere TRE VOLTE ALL’ALBA. Forse. Questo è un libro irreale, che esiste in un altro libro, ma grazie alla voglia di uno scrittore, diviene realtà, cioè carta tra le nostre mani. Eccoci curiosi ad aprire pagine che stanno dentro una storia come se ci fossimo cascati (nel primo libro intendo) e a un tratto decidessimo di fermarci in una stanza, per iniziare a leggere. E leggiamo per fuggire ancora una volta, per cadere ancora in un altro tempo, sempre un poco più distante dal nostro. Io la fuga me la immagino sempre come una giornata in cui scegliere una direzione e un luogo, e arrivarci. Arrivarci, se possibile, per vederVi l’alba e ricominciare, ci dice Baricco. Ricominciare da capo. E un buon libro ci può regalare questa sensazione. Questi due, in particolare, scorrono, la penna è sapiente, curiosa e soprattutto sa incuriosire. Non banali, intriganti ma alla base contengono una storia. Ecco ciò che non deve mai mancare. Una buona storia da raccontare.
Alberto Dellacroce

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