Bell’impresa riportare Paolo Mixo a Torino.
E’ stato uno dei più importanti dj della Torino anni ’80. Una città molto diversa da quella di oggi. Grigia e poco propulsiva.
Eppure aveva già in nuce la città che è diventata visto che proprio una giovane generazione si formava in quegli anni ricevendo nuovi input dal mondo. Si trovava non ancora diffusa ma raccolta in tribù culturali che prendevano forma nei diversi Club della città: Il Tuxedo, il Big, lo Studio Due. Erano i luoghi di quelle notti e le radio libere ne erano i “tamburi”.
Mixo da Radio Flash e nelle “nights for heroes” del Big era una delle migliori menti di quella generazione di torinesi incapaci ormai di indossare l’opacità Fiat tipica della città.
Con garbo, ironia ed estremo gusto musicale, portava i giovani fruitori in territori di ascolto nuovi e carichi di fascino.
Assemblea Teatro, compagnia teatrale davvero anomala per quei tempi, intrecciava il teatro all’energia positiva della musica rock. Aveva appena terminato la torunée/spettacolo (la prima in Italia) col Banco del Mutuo Soccorso, aveva prodotto una mostra fotografica (la prima personale) di Guido Harari sui grandi del rock intitolata appunto “Rock-Shots”, stava collaborando con Peter Gabriel quando portò a Torino David Sylvian (che aveva appena pubblicato e portato al n. 1 nel mondo il suo album solista “Brillant trees”). Inevitabile l’incontro tra Mixo e Sylvian, entrambi biondi, entrambi dandy, entrambi dotati di elegante intelligenza anche se Mixo scivolò, come ha ben ricordato l’altra sera, sull’offerta di un the fatto con la bustina, una scelta assolutamente poco british. Anfitrione Renzo Sicco, insieme a Mixo ha ricordato David Bowie dal lavoro teatrale con Lindasy Kemp sino a Blackstar. Il tutto condito dall’interessante debutto musicale del progetto Space Fables condotto da Andrea Raviola (50% ConiglioViola) con Luca Vicinelli all’elettronica e Stefano Ceveriati alla chitarra in un repertorio che ha spaziato da “The man who sold the world” a “Ashes to Ashes”.
Gran finale la voce di David Bowie in “Rock’n roll suicide”.
Pubblico tanto e davvero entusiasta per una notte difficilmente dimenticabile. Complice un clima quasi estivo e un breve tagliente freddo alpino per un soffio di vento poi subito sospeso dopo il cambio termico per non farci dimenticare che comunque Torino è sempre frizzante e in tempo di 30° Salone del Libro lo è stata ancor di più.