Lettera aperta ai visitatori e agli spettatori
14 maggio, 2020 - 02:36
Sono esattamente due mesi che siamo inattivi e distanti da tutti voi che nel tempo ci avete seguito ed apprezzato. Avete saputo qualcosa di noi attraverso i giornali che ci hanno intervistato sui vari avvenimenti, oppure attraverso le poche trasformazioni del sito e della pagina Facebook, poi soprattutto attraverso l’avvenimento più significativo per noi, in queste settimane, ovvero la scomparsa di Luis Sepúlveda, amico e autore di diversi nostri spettacoli.
È stato il momento più duro, un momento terribile soprattutto per l’impotenza totale a poter condividere con voi un lutto. Impossibili i funerali, ma altresì impossibile realizzare celebrazioni con teatri e sale chiuse. E questa è una delle cose che vogliamo fare assolutamente e che programmeremo, in futuro, qui a Torino, a Barcelona, a Porto e a Gijon e ovunque accadrà e sarà possibile.
In questi due mesi avremmo dovuto debuttare con due lavori nuovi. Del primo avevamo appena terminato le prove ed era prevista una anteprima nel Mausoleo della Bela Rosin, il 14 marzo in occasione dei duecento anni di Vittorio Emanuele II.
Ma tutto è improvvisamente precipitato. È stata una sensazione di castrazione perché tutto un progetto di scrittura, poi di prove e di messa in scena, si è bruscamente interrotto e vanificato. Ma c’è sempre un ma: con Cristiana, che ne è anche potenzialmente interprete, abbiamo lavorato all’edizione del libro LE DONNE DEL RE con due collaboratori d’eccezione, ovvero il professor Gianni Oliva, per una colta prefazione, e Bruno Gambarotta, per una intervista impossibile, ironica e sbarazzina, come nella tipicità del personaggio, proprio a Vittorio, quale postfazione. Insomma, persi d’animo per un istante ma presto ritrovati. Comunque, per lo spettacolo, appena sarà possibile ci rimetteremo in pista.
Il secondo progetto era il recupero e la rielaborazione di precedenti e nuovi materiali di lavoro per un recital sulla Resistenza che metteva in evidenza il ruolo delle donne, in quel periodo e non solo. Un lavoro che ci aveva richiesto il Comune di Collegno, da sempre sensibile a queste tematiche. Ci è dispiaciuto non poterlo realizzare per un 25 aprile mancato, ma ci auguriamo insieme di ritrovare occasione per portare a termine il lavoro.
In questi due mesi sono intanto maturati altri due nuovi possibili spettacoli: uno che evolve la nostra vocazione a piantare alberi ed uno che sviluppa il nostro senso di memoria. Entrambi vedono due scrittori come nuovi collaboratori.
Il primo è la storia di un Elzéard Bouffier locale, un astigiano raccontato nel libro “Le stagioni di Gim” di Laura Nosenzo. Il secondo, ispirato dal libro “Fratelli nella notte” di Cristiano Cavina, racconta una storia dura, di coraggio estremo, di quell’ambiente semplice ed elementare, ma ricco di codici morali smarriti, che è il mondo contadino. Questo secondo progetto nasce come volontà di creare un omaggio giusto a Willy Jervis, come ormai “abitudine”, il 5 agosto a Villar Pellice.
Poi il Premio conquistato a fine febbraio da CIELI SU TORINO ci ha indotto, con le Biblioteche Civiche e la Città di Torino, a pensare di ampliare il catalogo dei racconti e abbiamo già incontrato l’adesione di Gian Paolo Ormezzano che ha già scritto una sua nuova personale bellissima “cartolina”. Io la chiamo così ma in realtà è un racconto e agli altri stanno lavorando anche Paola Mastrocola, Alberto Schiavone, Marinella Venegoni e il giovane Aldo Simeone.
Come vedete in tutto questo lavoro mancate soltanto voi!
L’impossibilità di condividere idee ed emozioni si fa sentire e grande è il desiderio di rincontrarvi, anche se mascherati. Dunque speriamo che da giugno possano ricominciare le occasioni per vedersi. Appena sarà possibile ci daremo da fare per ricostruire un itinerario di incontri. Voi preparatevi ad aiutarci, perché ci sarà bisogno, oltre le mascherine, di ricostruire un tessuto. Quel tessuto sociale in cui tanto abbiamo creduto e che continuiamo a pensare sia base indispensabile e necessaria per una società civile.
In una delle prime interviste, a marzo, una giornalista mi chiedeva: “saremo migliori dopo questa frenata?”. La risposta che ci perviene, dai primi segnali, non pare incoraggiante e dunque, come prima, sarà possibile solo se ci impegneremo costantemente perché possa accadere. Ma questo, finalmente, lo cercheremo di nuovo insieme. Con uno in meno. Lucho, purtroppo.
Renzo Sicco