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Le rose di Atacama

26 luglio, 2018 - 21:00 Cascina Roccafranca, via Rubino 45 - Torino

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Così ne parla Repubblica.it

dall’omonimo romanzo di Luis Sepúlveda
tradotto da Ilide Carmignani (Ugo Guanda Editore)
riduzione scenica e regia di Renzo Sicco
interpretato da Mattia Mariani, Silvia Nati
musiche eseguite da Daniele Li Bassi

La tua voce continua a pervadere tutto. La tua voce significa resistenza, significa speranza, significa generosità, libro aperto, pane in tavola.

Le iene che si sono accanite contro il tuo canto cominciano a pagare per i loro crimini. E presto dei loro nomi non si ricorderà più nessuno. Quando cominceranno a scrivere la vera storia del Cile, quei vermi in borghese e in uniforme non vi troveranno posto, ma la tua voce continuerà a riempire le stanze, le stanze in cui si ama e si continuano a sognare giorni migliori.

Con queste parole Luis Sepúlveda ricorda il compagno di tante lotte e battaglie e l’amico Victor Jara.

La scorsa settimana la notizia, dopo 45 anni, della sentenza di condanna emessa dal tribunale cileno nei confronti dei 9 militari di Pinochet, colpevoli delle torture e dell’uccisione del cantante cileno.

Questa replica è pertanto omaggio sentito e indelebile al ricordo di Victor che tutti noi continuiamo a ricordare e a cantare.

Le rose di Atacama sono uno strano, meraviglioso spettacolo della natura che è possibile osservare intorno alla fine di marzo nel deserto di Atacama, a nord del Cile: in seguito ad una delle rarissime piogge un tappeto di rose di un colore brillante si distende sul deserto dando luogo ad uno scenario straordinario. Il fenomeno dura pochissime ore, finché il torrido sole del deserto dissolve e calcina le rose, che così concludono la loro breve vita.

Le Rose di Atacama assurgono dunque a metafora della possibilità di vita, di bellezza, di colore anche laddove le condizioni dell’esistenza sono più dure, più dolorose, più estreme.

Questa produzione di Assemblea Teatro, basata sul libro Le rose di Atacama (Guanda Editore) di Luis Sepùlveda cantore cileno delle gesta di piccoli uomini, che in forma corale rappresentano un mondo, un modo di essere, una maniera di vivere, di essere eroi. Le donne, gli uomini, persino i bambini rappresentati da Luis Sepùlveda sono come tessere di un grande puzzle di idee, di umanità, di una sensibilità spesso distante dalla nostra. Essi esprimono poeticamente alcune delle modalità per essere uomini nel mondo alla fine del mondo. Personaggi noti o sconosciuti,  Salvador Allende, e la sua integrità morale, il coraggio e la dignità di uomini e donne comuni, Victor Jara, cantore di amori e di lotte, la poesia che risiede talvolta nelle scelte di vita più semplici, la straordinarietà della vita stessa: sono storie, vicende di uomini e donne che si collocano al di fuori degli schemi, alcuni purtroppo ascritti “all’inventario delle perdite”. Sono storie dense di una palpabile umanità.

I personaggi tratteggiati con intensità da Mattia Mariani e Silvia Nati sono eroi della vita di tutti i giorni, che combattono con forza o si divertono con spirito, in una continua, dignitosa lotta per la sopravvivenza.

In fondo, le rose che spuntano dalla sabbia nell’universo infuocato del deserto di Atacama per appassire dopo poche ore ci ricordano che spesso la vita non è che una stoica forma di resistenza… e anche narrare è resistere.

 

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