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Juve Napoli 1-3

07 dicembre, 2016 - 21:00 Teatro Agnelli, via Paolo Sarpi 111 - Torino

Teatro delle Forme

La presa di Torino
Dal testo di Maurizio De Giovanni
Drammaturgia, Ideazione e Regia Antonio Damasco
Con Antonio Damasco
Aiuto Regia Valentina Padovan

Un racconto, per immagini intime e collettive, di quando una partita di calcio poteva rappresentare la rivincita di una intera classe sociale.
Un luogo dove era consentito a due uomini, uno piccolo ed uno grande, incapaci di dirsi “ti voglio bene”, di abbracciarsi e ridere insieme.
Lo stadio è teatro di uno spazio altro, dove i ruoli, le convenzioni e le maschere del quotidiano possono essere gettate, per lasciare posto a quegli incontri che nella vita reale difficilmente si realizzerebbero.
Juve Napoli è un viaggio vero e metaforico, la storia di un’Italia, non troppo passata, fatta di migrazioni, di lingue nascoste, mansarde affollate e nuove identità.
Il 9 Novembre del 1986, il Napoli “saliva” a Torino ed affrontava per l’ennesima volta i ricchi, gli imbattuti, i bellissimi Tacconi, Manfredonia, Cabrini, Serena e Laudrup, schierando in campo Garella, De Napoli, Bagni, Bruscolotti, Sola e LUI…ed almeno per una volta, come in una favola al contrario, non vinsero quelli alti, con gli occhi azzurri ed i capelli biondi.
Partendo dal vivacissimo testo omonimo di Maurizio De Giovanni, scrittore napoletano, Antonio dedica un riscatto comico-poetico ad un padre emigrato da Napoli alla FIAT, per rispondere con una risata, a distanza di 40 anni, a quei cartelli che riportavano la scritta “non si affitta ai meridionali” che offesero i suoi occhi.

“Mi parli poco dei tuoi 20 anni,
di quando vivevi già a Torino in Via della Rocca,
lontano quasi 1000 km dalla tua famiglia.
Ho visto anche la foto in bianco e nero di allora,
quella dove il colore ce lo metteva dopo il fotografo,
mi piaceva immaginare un Dean Martin napoletano che camminava sotto i portici della sua nuova Città.
Adesso anche la tua lingua è cambiata,
parli un napoletano piemontesizzato,
che comincia con “uè” e finisce con “né”.
Allora è vero che chi va via dalla sua terra non appartiene a nulla più,
troppo torinese per i napoletani, e “napuli” per i piemontesi”.

A questo link una interessante riflessione di Antonio Damasco

Ingresso intero 10,00 euro – ridotto 8,00 euro

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