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Il calcio secondo Galeano – 10

15 giugno, 2016 - 10:15

Barbosa

Al momento di scegliere il miglior portiere, i giornalisti del Mondiale del 1950 votarono all’unanimità il brasiliano Moacyr Barbosa. Barbosa era anche, senza dubbio, il miglior portiere del suo paese, gambe come molle, uomo sereno e sicuro che trasmetteva certezze alla squadra, e continuò a essere il migliore fino al giorno in cui si ritirò dai campi, qualche tempo dopo, quando aveva più di quarant’anni. In tanti anni di calcio, Barbosa evitò chissà quanti gol senza fare mai male a nessun attaccante.

Ma in quella finale del 1950 l’uruguagio Ghiggia lo aveva sorpreso con un tiro secco dal vertice destro dell’area. Barbosa, che era leggermente avanzato, spiccò un salto all’indietro, sfiorò la palla e ricadde. Quando si rialzò, sicuro di avere deviato il tiro, trovò il pallone in fondo alla rete. E quello fu il gol che sconvolse lo stadio Maracaná e consacrò campione l’Uruguay.

Passarono gli anni e Barbosa non fu mai perdonato. Nel 1993, durante le eliminatorie per il Mondiale degli Stati Uniti, volle fare gli auguri ai giocatori della nazionale brasiliana. Andò a visitarli in ritiro ma le autorità calcistiche gli vietarono l’ingresso. A quel tempo viveva ospite in casa di una cognata, senza altra entrata che una pensione miserabile. Barbosa commentò: << In Brasile la pena più lunga per un crimine è trent’anni di carcere. Io da quarantatrè anni pago per un crimine che non ho commesso>>.

[Eduardo Galeano]

Gli altri racconti sono tutti raccolti su questa pagina.

Vi aspettiamo il 16 alla Cascina Roccafranca!

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