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I risultati sulla morte di Pablo Neruda

08 novembre, 2013 - 23:57

I risultati ufficiali delle analisi svolte da diversi esperti internazionali sui resti di Neruda non hanno rivelato tracce di veleno come sosteneva l’autista Manuel Araya e facevano sospettare molti indizi raccolti in questi ultimi anni attraverso diverse testimonianze di differenti testimoni. Contro la tesi di Araya pesava da sempre il silenzio della vedova di Pablo, Matilde Urrutia. Poteva una donna così impegnata a difendere la figura del marito tacere un passaggio così determinante?
Per primo Renzo Sicco ha raccolto le parole di Araya e ha raccontato la sua vicenda che è parsa emblematica delle turbolenze individuali e sociali che rimangono come sedimento putrescente delle società sottomesse a dure dittature anche quando al loro termine rinascono complesse o ambigue democrazie.
Dal 2008, anno del nostro incontro con Araya, avvenuto proprio a Isla Negra, casa di residenza di Pablo Neruda, abbiamo continuato a rappresentare e a narrare “Il funerale di Neruda”, tragedia fissata per sempre nella memoria collettiva dei latinoamericani. Proprio in queste ore continuiamo a lavorare sull’opera di Neruda e sul suo straordinario incontro italiano, a Capri, con Matilde. Per questo ci pare importante commentare questa notizia che non muta la storia ma ne amplia il significato del dramma con le parole di Luis Sepulveda:

La notizia della morte del Poeta Pablo Neruda giunse ai cileni come un’ennesima ondata dello tsunami dell’orrore che si stava abbattendo sul paese. A partire dall’11 settembre 1973, l’orrore accompagnò il popolo cileno con la più perversa delle ombre e quando si venne a sapere che il Poeta Pablo era morto, all’orrore si unì anche un’enorme solitudine.
Neruda era sempre stato il fratello, il compagno che vigilava nella sua amorosa vedetta di Isla Negra.
Neruda è un grande protagonista dei movimenti sociali cileni, la sua poesia è impregnata dell’ansia di giustizia che nasce all’alba dell’invasione armata (altri la chiamano “conquista”) del paese e raggiunge la sua massima espressione con la comparsa del proletariato più organizzato, colto e attivo di tutto il continente americano.
La sua grandissima amicizia con Salvador Allende ha creato un rapporto fra un leader e un intellettuale che è stato decisivo per il corso della Rivoluzione cilena.
Si può uccidere un Poeta della grandezza di Neruda?
Possiamo affermare che ci sono molti modi per uccidere un poeta e possiamo dire con certezza che cominciarono ad ammazzare Pablo Neruda fin dal primo momento in cui la destra cilena e l’imperialismo statunitense decisero di mettere fine a qualsiasi costo al governo popolare guidato da Salvador Allende.
La sensibilità di Neruda non rimase estranea agli sforzi del paese di superare i continui sabotaggi, le manifestazioni che invocavano un colpo di Stato, le continue provocazioni del fascismo davanti ad un popolo con una forte vocazione democratica che voleva assolutamente evitare una guerra civile.
Quando, a mezzogiorno dell’11 settembre 1973, gli aerei bombardarono il palazzo della Moneda, quando la voce di Allende fece entrare il compagno presidente nella galleria degli uomini più ammirevoli, quando l’orrore del fascismo s’impadroniva del Cile, in quel preciso istante Pablo cominciava a morire.

Luis Sepúlveda

Articoli corelati _

da INTERNAZIONALE http://www.internazionale.it/news/cile/2013/11/08/pablo-neruda-non-e-stato-avvelenato/#

da INTERNAZIONALE http://www.internazionale.it/paesi/cile

da LA STAMPA

http://www.lastampa.it/2013/11/08/esteri/la-parola-fine-sul-giallo-di-neruda-niente-veleno-sui-resti-del-poeta-M9sTOSnpEwb9OpSxlo7ICK/pagina.html

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