U BOAT è prima di tutto un progetto dal respiro europeo. Un progetto che guarda oltre i confini dell’Italia, paese di residenza di Assemblea Teatro, e oltre i confini temporali di un anniversario.
La scelta di debuttare con questo primo studio il 2 e 3 giugno 2015 è stata doverosa. A 70 anni esatti da un incredibile sbarco, i pescatori di Lavra sono ritornati in spiaggia per assistere a uno spettacolo teatrale che parlava di loro, o dei loro padri. Una storia ascoltata e riascoltata in casa, una leggenda divenuta oggi molto più reale e concreta.
U BOAT è un progetto europeo nel senso più profondo. Assemblea Teatro, in completa sinergia con il gruppo teatrale portense Pè De Vento, non ha semplicemente “fatto spettacolo” all’estero, ma è andata a lavorare in Portogallo cogliendo una storia che lì nasceva, creando legami, studiando le persone, raccontando la loro vita. E la sorpresa al vedere 1200 persone accorse non in un caldo e comodo teatro ma al limitare della spiaggia, sferzati dal vento freddo della notte oceanica e infradiciati dall’umidità che il mare dona a quella terra, era grande e andava a riempire completamente la fatica di tutto questo lavoro.
U BOAT è un’esperienza, per noi che l’abbiamo vissuta, di collaborazione e sguardi altri. Lavorare a stretto contatto con persone che vivono a migliaia di km lontano da te, capire i loro modi, provare a spiegare i tuoi, incontrare, fare “comunicazione” con i tanti giovani o con gli anziani di questo piccolo paese del nord del Portogallo, al lavoro su di una spiaggia o nelle strade delle città immediatamente vicine. Confrontarsi con un altro gruppo, prendere ciò che di positivo ti viene donato, ascoltare, imparare.
Imbarcati sull’aereo, tra i carichi straordinari, c’erano anche due alti trampoli. E tra Lavra e Matosinosh, un alto diavolo di oltre 4 metri ha incontrato il pubblico sulla strada, nel parcheggio di un supermercato, su un litorale chic, tra le case di quei pescatori di cui si era ospiti. Insomma, una lunghissima passeggiata- invito a teatro, sulla spiaggia, a vedere la curiosa storia di un sottomarino riaffiorare dall’Oceano. Anche questo è un segno che Assemblea Teatro porta nel proprio DNA. Fare del teatro qualcosa di quotidiano, qualcosa da incontrare, da guardare, alzando la testa e aprendo bene occhi e orecchie!
Il vento_
Il teatro è lavoro, fatica, abnegazione, e per noi anche allegria. La sua immagine, troppo spesso un poco leziosa e rinchiusa tra pareti e poltrone, o palchi immensi e tecnologici, è ciò che questo progetto non offre.
E allora che cosa offre? Una spiaggia, con tutto ciò che porta con sé: l’illimitata bellezza dell’Oceano, il vento che sferza, il sole che brucia, il freddo che sale con la colorata discesa del sole. Impianti e scene da curare, sostenere, legare, montare e smontare ogni giorno. Vele da issare e annodare perché il mare sia davvero lì, sul palco.
L’incontro_
Viaggiare significa incontrare uomini e donne, artisti del paese di cui sei ospite, ma a volte succede che la sorpresa sia dietro l’angolo. Poco prima di partire abbiamo saputo che il nostro abituale musicista scelto per il nuovo progetto non sarebbe potuto venire in Portogallo. Un consiglio di Valeria e la scelta cade su Simone Bottasso, un giovanissimo organettista, compositore del Cuneese, studente al Conservatorio di Rotterdam, musicista duttile, potente e passionale, una bella presenza scenica, un buon compagno d’avventura.
Un piemontese, ora già olandese, conosciuto sulle spiagge portoghesi, che sicuramente in futuro il pubblico torinese conoscerà sulla scena con Assemblea Teatro.
Profeti in patria_
Ciò che più mi ha fatto sorridere, tornato a casa, è stata la frase di un buon amico che, come altri, ha ricevuto l’indicazione di leggere sul quotidiano La Repubblica in Italia l’articolo a piena pagina di “U-Boat” il 3 giugno. In tutta risposta: «MA ALLORA SIETE PROPRIO BRAVI! COME SI DICE, NEMO PROFETA IN PATRIA EST». Mi sono ritornati in mente i racconti di Renzo Sicco relativi alla difficoltà di rendere un successo in Italia lo spettacolo IN FRA LI CASI DE LA VITA E LE MAGIE DE’ CIELI VO’ CERCANDO, e della sua successiva conferma a Barcellona. Un grande successo per un gruppo che in Italia stentava a trovare spazio e che in Spagna firmò contratti per due anni di repliche.
Sono passati oltre 30 anni, molte cose sono cambiate, ma evidentemente non la distrazione della stampa locale.
Alberto Dellacroce