Sentire che il pubblico è con te ed è dentro la tua ironia, già all’inizio dello spettacolo, quando tu sei dall’altra parte del mondo, è straordinario. So ormai dal 1998 (prima volta che andai in tournée in Sudamerica) che il pubblico usa non applaudire durante lo spettacolo per non interrompere gli attori, per poi farlo alla fine. Ma avere il pubblico che commenta e ride divertito durante la piéce ti fa sentire a casa, ti fa capire che esiste da sempre un filo diretto con questi popoli. Quando poi passi al momento di chiusura e senti il respiro delle 500 persone presenti in sala, capisci che anche le emozioni fanno parte dello stesso linguaggio. Ebbene, a fine spettacolo un tripudio di applausi, perché questo popolo è così: apprezza lo sforzo che fai a recitare in una lingua che non è la tua, è grato del fatto che usi la loro lingua per creare un incontro, sa che attraversi un oceano per cui ti porti solo una parte delle scene perché il resto (TUTTO il resto) lo costruiscono loro.
Grazie, Paraguay