Di Gian Paolo Ormezzano
con Manuela Massarenti, Chiara Pautasso e Marlene Pietropaoli
Regia Luca Busnengo
Le Campionissimissime sono otto donne storiche dello sport, ognuna sorella nostra, ognuna tipica che più non si può. Storiche nel senso che hanno vissuto la storia dello sport su toni alti e forti, frequentando, per se stesse e per tutte, i picchi e gli abissi, gli eccessi e i paradossi, la fisicità e l’evanescenza della gloria, la brutalità sublime della gara e quella talora sporca della vita. Ognuna è un caso-limite di protagonista, ognuna è controfigura di tantissime altre, nei sentimenti se non anche negli eventi, nelle voglie se non anche nelle conquiste. Le manda in scena, ognuna col suo monologo, Gian Paolo Ormezzano, giornalista sportivo di ventiquattro Olimpiadi e qui inviato speciale dentro le loro vite. Le accompagnano, con musiche giuste, forti immagini che sono testimonianze, ricordi, arte di movenze, allegria e tristezza di vita sofferta ed offerta.
Le Campionissimissime fanno sorridere o piangere, affascinano e respingono, suscitano ammirazione e talora pietà. Alla fine si fanno amare per la loro umanità assoluta e per la specificità del loro essere donne. La prima nel tempo è la mamma ateniese che si vestì da uomo per andare allo stadio, vietato alle donne (pena la morte) , dove fra gli atleti nudi della prima Olimpiade gareggiava suo figlio. L’ultima in vita è Sara Simeoni, l’italiana che è salita verso il grande blu, prima al mondo a saltare in alto due metri e un centimetro, con tenacia spesso arcigna e sorrisi sempre dolci. In mezzo Florence Griffith, la sprinter ridens americana, la più veloce a correre sulla terra, lei bellissima che il destino feroce raggiunse e artigliò. E Karen Muir, la nuotatrice sudafricana bianca che l’apartheid, elaborato nel suo paese razzista contro i neri, mutilò della gloria olimpica. E Stella Walsh, che col suo complicato nome polacco vinse ai Giochi della corsa e poi recintò di vita comune da cittadina statunitense un suo mistero, sino alla morte. E Sonia Henie, norvegese, che fu bambina prodigio del pattinaggio prima di essere fatta prodigiosa di successi da una Hollywood che però non le concesse il lieto fine come nei suoi film. E la forte nuotatrice che nelle scene acquatiche fu controfigura di Jane, la compagna in film del più celebre dei Tarzan made in Usa, incarnandosi per le gare olimpiche in un figlio campione ingrato. E infine Alfonsina Strada, l’italiana che pedalò anche in un Giro d’Italia, la nostra vicina di casa molto ma molto più ambasciatrice di messaggi di sofferta eguaglianza che suffragetta da pruriginosi applausi.
Le Campionissimissime sono un’ora e mezza di intensa rappresentazione, a vellicare ricordi, rinnovare emozioni, propiziare commozioni. L’attenzione comunque devota alla donna nello sport, sia l’africana che si fa maratoneta per il viaggio dal villaggio alla città e ritorno, sia la casalinga nostrana che batte primati mondiali di fatica senza saperlo, è completata da un colloquio finale dell’autore con gli spettatori, cercando e omaggiando, nel gioco delle domande e delle risposte sportive, tanta sofferta storicità dell’altra metà del cielo.
Per la regia di Luca Busnengo interpretano le Campionissimissime Manuela Massarenti, Chiara Pautasso e Marlene Pietropaoli. Lo spettacolo è nato e cresciuto a Torino, è andato in scena anche a Firenze, Chieti, Melfi, Padova e Santo Stefano Belbo, ed è già prenotato in altre località, da Milano a Matera. E’ uno show ideale – diverte, vellica i ricordi, esalta le memorie, impegna, smuove i pensieri – per associazioni sportive e culturali, scuole, circoscrizioni impegnate, panathlon, festival e raduni tematici (il tema della donna nello sport, ma anche e specialmente della donna nella società).
Ingresso unico € 5,00