A molti fanno paura gli sbarchi, i migranti, l’altro da sè.
Paure ataviche, politiche o di semplice ignoranza, nel senso proprio di paura di ciò che non si conosce. Ma ci pensa la crisi a livellare i problemi, infatti dopo il 2013 siamo tutti più emigranti.
Lo sono i nostri giovani, molti già partiti, e altri pronti a partire verso paesi più ospitali,
lo è addirittura il nuovo pontefice figlio di emigranti piemontesi,
lo sono i tanti lavoratori costretti dalla mobilità a migrare verso altri lavori e verso un’altra organizzazione della propria vita, ma, infine, anche chi non lo deve ancora, o non lo dovrà fare, fluttua in una incertezza epocale.
Basta questo per capire che siamo tutti più emigranti.
Capito questo bisogna allora adeguarsi
sapendo anche che è importante il guidatore,
che non dev’essere un mercante ignorante, nel senso di barbaro, avido solo di soldi,
nè uno “Schettino” presuntuoso e distratto nei suoi giochi di gloria.
Perchè il passaggio, l’approdo e lo sbarco siano degni del loro nome
e non provochino un ulteriore naufragio
servono attenzione, metodo, rigore e un po’ di fresca sincera allegria,
abbisognano di una attiva presenza collettiva
perchè solo così l’isola che non c’è potrà riapparire all’orizzonte
e tornare ad essere ospitale, fertile di vita e lavoro.
Buon viaggio e coraggio dunque
per giungere davvero ad buon approdo.
Renzo Sicco