Barbara Mastella
L’ARCO PERFETTO
(Futura edizioni)
letture di Paola Tortora
coordina l’incontro Renzo Sicco
Il caso non esiste e la letteratura a volte attraverso l’immaginazione precede la realtà.
Nel 2012 è stato scritto “L’arco perfetto”, un libro in cui Barbara Mastella ipotizza l’esistenza, tra Umbria e Toscana, di una tomba etrusca attorno a cui si sviluppa una vicenda di rivalità, amori, ricerche archeologiche e forse un delitto.
Il 26 ottobre 2015 è stata scoperta casualmente, da un operaio che lavorava nella campagna di Città della Pieve, la tomba di Laris, risalente a 2.300 anni fa in epoca etrusca, a poche centinaia di metri da dove l’autrice aveva ambientato il suo racconto.
Liberamente ispirato ad una storia reale, il racconto si svolge nella campagna al confine tra Umbria e Toscana, culla della civiltà etrusca. Un’antica famiglia in decadenza; una vedova raffinata che cambia vita a contatto con l’ambiente che la circonda; un giovane antiquario italo-inglese diviso tra l’amore di due donne e di due paesi; un’anziana signorina che teme di vedere scomparire il mondo al quale è abituata; l’ostilità tra un padre e un figlio ed un vecchio contadino che sa molto di più di quanto vuole dire. Intorno a loro, amori, rivalità e antagonismi, ricerche archeologiche che sfociano in tragedia, una morte che forse è un delitto, di cui tutti sembrano essere a conoscenza ma di cui nessuno parla e sulla cui verità si hanno solo vaghi sospetti. Una storia d’amore di amicizia. Il tutto scandito dalla nascita e dalla morte di una bellissima cavalla saura che, venduta e comperata numerose volte, torna finalmente a casa dando un senso alla vita dei protagonisti.
Ne parliamo con l’autrice e ne leggiamo pagine nell’accogliente spazio di Chave Arredamenti attendendo il XXIX Salone Internazionale del Libro di Torino.
A proposito del rapporto tra letteratura e realtà Flaubert soleva dire “tutto ciò che s’inventa è’ vero”.
La sensibilità degli scrittori trasforma in realtà quello che inventano, senza dimenticare che, attraverso la finzione, la letteratura può’ proporre al lettore qualcosa di più rispetto a un reportage giornalistico. Il reporter è infatti prigioniero del canovaccio del reale, mentre il romanzo sfugge a tutti i canovacci, cerca le sue fonti dappertutto, interroga e convoca chi vuole, restituendo meglio la natura profonda di un mondo sociale, storico, politico. Il romanzo scava in profondità’, sposta in là i limiti dell’indagine, perchè non si limita ai fatti, ma cerca di capire il percorso umano che ha prodotto un determinato avvenimento. Risale alle origini, parte da un dettaglio e segue una pista, fino a quando quel dettaglio non rivela un avvenimento in tutta la sua verità. Nel corso di questa indagine, gli elementi della finzione intrecciano quelli della realtà dato che la prima ha il compito di liberare la seconda aiutandola a rivelare tutto quello che non riesce ad esprimere da sola.
La finzione svela le vergogne, le paure, le ferite, i segreti della realtà.
La letteratura è il luogo in cui la realtà si confessa e dice tutto. Insomma la letteratura permette alla realtà di rivelarsi completamente.
In questo disvelamento si possiede una possibile spiegazione della realtà, che naturalmente non è l’unica giacchè non esiste un’unica verità del reale.
Yasmina Khadra