In occasione della “proroga” della mostra di Marco Pejrolo STRE3T POETHREE vi proponiamo un commento, scritto da Andrea Sacco di Arredamenti Chave, che racconta le emozioni nate dagli incontri proposti all’interno del Salone Off tra il 9 ed il 12 maggio scorsi.
Il Salone OFF è l’appuntamento annuale che – in qualità di commercianti – permette di riflettere sul nostro ruolo all’interno della società.
Tanto più in questi anni di grave crisi il rischio è sempre quello di perdere di vista il contesto intorno a noi, finendo a tenere la testa bassa a snocciolare numeri per rispettare le scadenze di fine mese, così come perdere contatto della vita stessa, rischiando di intenderla unicamente strumento per generare il massimo profitto su tutto e tutti.
Rischio comprensibile ma per noi non condivisibile.
Con questo spirito da anni abbiamo accolto a braccia aperte le proposte di collaborazione di Assemblea Teatro.
Quando Renzo Sicco ci ha proposto la serie di eventi per il Salone OFF 2014 avevamo piena fiducia riguardo il livello degli eventi, ma non la piena consapevolezza della reale portata.
Gli appuntamenti in calendario sarebbero stati infatti collegati inanellando temi che toccano da sempre la nostra sensibilità: emarginazione e diritti.
Gli Eretici.
Con queste premesse è stato facile raggiungere il successo di pubblico ad ogni appuntamento e la qualità degli ospiti ha permesso analisi e confronti validi a sdoganare mondi che sono rimossi dall’agenda politica e dalla sensibilità nazionalpopolare: vita carceraria, i senza tetto delle città, l’amore omosessuale.
Cosiddette minoranze, in realtà vastissime, che debordano gli orli che dovrebbero garantire la tenuta del tessuto sociale e che dovrebbero imporre un’attenzione in realtà praticamente assente salvo proclami estemporanei, attenzione che diventi cultura per poter comprendere a che punto dell’evoluzione sociale siamo arrivati, o meglio nell’involuzione che sta infettando questi nostri anni sempre più barbari.
Eduardo Savarese, Mario Tagliani, Sandro Bonvissuto, Fabio Geda, Francesca Barra, Federico Sirianni, Massimo Carlotto, Marina Jarre, Bruno Mellano sono stati i promotori di queste riflessioni, orchestrati da un perfetto Renzo Sicco capace di tenere alto il tono della discussione.
Chiudiamo quindi l’esperienza con entusiasmo e nella convinzione di continuare la proposta di queste e altre iniziative culturali in un luogo, il nostro negozio, indubbiamente di commercio e logiche private.
E’ proprio questa l’ultima considerazione: abbiamo fatto pubblicità del negozio.
Non nel senso comune di un investimento per martellare il pubblico scatenando le pulsioni di acquisto e trasformando i cittadini in consumatori ad oltranza. Abbiamo fatto pubblicità rendendo pubblico, accessibile e aperto il negozio, mutandone la natura privata e a scopo di profitto, abbandonando le ossessioni classiche da negoziante (‘chi viene?’, ‘e se qualcuno rubasse…’, ‘mi conviene?’, ‘rovineranno i mobili?’) e avendo una ennesima riconferma che è bene abbandonarsi alla fiducia negli altri, che accogliere e ritrovarsi con altre persone con le quali condividere e confrontare ragionamenti ed esperienze sia l’unico modo di superare insieme la crisi.
Per Arredamenti Chave 1890
Andrea Sacco