Hosseini Khaled
Parlare d’Afganistan… Per incominciare, una terra brulla, come carta bianca, come pagine da scrivere, e penne per dare sfogo a tutto ciò che ho visto in quella fuga triste.
Nang e namoos, onore e orgoglio, vecchie e fiere parole pasthum, alla base della tradizione. Inshallah, se Dio lo vuole, per passare dalle montagne e scendere alle grandi città.
Il cacciatore di aquiloni è uno di quei romanzi in cui 400 pagine ti trovi a divorarle al punto che se sei su un treno già pensi al momento del viaggio di ritorno, per tornare a leggere, per continuare a volare come un aquilone, tra nuvole e sole.
Khaled Hosseini, medico prestato alla scrittura, ha fatto ciò che di rado riesce: ha immerso se stesso e la sua terra nella carta, è stato capace di raccontare una storia e di dandole vita, a tal punto che leggendo si è quasi sicuri di conoscere profondamente questo cacciatore.
A sfondo l’Afghanistan, quello dei pastum, dei talebani, quello d’un vecchio re, dell’Islam, degli USA e dell’Urss, quello degli hazara, dei poveri fedeli alle antiche leggi, fieri, legati alle tradizioni d’una terra che ama sentirsi senza regole, pazza.
Finalmente, dopo anni di tv e guerra, ecco che magicamente si trova l’Afganistan, si passeggia per Kandahar, per Kabul, osservando la gente, i fiori che crescono, i tipi di piante, i profumi che invadono i bazar, le montagne del nord.
Oggi siamo stretti in quei cunicoli sotterranei che pensiamo siano l’unica “forma” dell’Afghanistan, guardiamo uomini dalla barba lunga e senza volto, che raccontano di conoscere ciò che Allah pensa e scrive, ascoltiamo militari che sfidano pallottole sconosciute, attivisti che ricostruiscono gambe per poter ricominciare, americani portare democrazia e spargerla come semi di grano in un campo appena arato….
Ciò che ci manca continua a essere la terra, le tradizioni d’un popolo, l’amicizia, il modo di giocare dei bambini o di vendere dei commercianti, gli sport, gli studi, le donne, le strade, etc.. Insieme al gioco degli aquiloni il “cacciatore” è forse il modo più dolce e coinvolgente di fantasticare e pensare a una terra che non conosce sole oramai da più di vent’anni.
Il cacciatore di aquiloni
Hosseini Khaled
394 p., brossura
Piemme
Alberto Dellacroce