Guerra civile spagnola
Uno degli episodi storici fondamentali del ‘900.
Ha mosso passioni, entusiasmi, sofferenze, dolore in migliaia di spagnoli e non solo.
Le brigate internazionali arrivarono in Spagna da “destra” o da “sinistra”e, una volta terminata, ha impegnato scrittori, Hemingway per primo, con molti altri, da George Orwell fino a David Levitt e molti spagnoli, Almudena Grandes, Carlos Luiz Zafon
All’inizio degli anni Settanta ho vissuto un’esperienza personale fuori da Torino, dal Piemonte e dall’Italia. Oggi verrei classificato come un cervello in fuga. Invece, avevo semplicemente desiderio di ampliare i miei orizzonti. Scelsi la Spagna. Avevo letto “Omaggio alla Catalogna” di George Orwell e siccome i libri a volte ti invitano a viaggiare arrivai nella città di Barcellona che all’epoca non era quella che ora tutti conoscono.
Ci andai per studiare il movimento anarchico, che con la CNT, l’Imenso Sindacado, era stata una potenza, e la guerra civile. Ne ricavai alcuni esami da 30 e lode, ma soprattutto l’amore per il Teatro e la cultura ispanica. Ecco perché oggi ne riparlo proponendo un estratto da “I 365 giorni che hanno cambiato la storia. History Channel”
Renzo Sicco
“La guerra civile spagnola fu un conflitto sociale, politico e militare scoppiato in Spagna dopo il trionfo del colpo di Stato del 18 luglio 1936, organizzato nel Marocco spagnolo da una fazione dell’esercito che si opponeva al governo della Seconda Repubblica, capitanata dal generale Francisco Franco. Il conflitto si sarebbe concluso il 1° aprile 1939 con l’ultimo bollettino di guerra firmato da Franco che dichiarava la propria vittoria e apriva la strada a una dittatura destinata a durare fino al 1975.
Il gruppo degli insorti, che si era autoproclamato “fronte nazionale”, si organizzò intorno a gran parte delle alte sfere dell’esercito, istituzionalizzate nella Giunta di difesa nazionale, e si appoggiò al partito fascista della Falange spagnola, alla Chiesa cattolica e alla destra conservatrice (monarchici, cedisti e carlisti). A livello sociale trovò i suoi principali sostenitori nelle classi privilegiate (borghesi non liberali, aristocratici, possidenti terrieri o proprietari di piccole imprese) che con la vittoria alle urne del Fronte popolare vedevano in pericolo la propria posizione sociale o si sentivano minacciate dall’anticlericalismo e da un possibile scoppio di violenza da parte del proletariato.
Il fronte repubblicano si costituì intorno al governo legittimo di Spagna, quello del Fronte popolare, una coalizione di partiti marxisti, repubblicano e nazionalisti, sostenuta dal movimento operaio, dai sindacati e dai democratici costituzionali.
La mancanza di organizzazione all’interno del fronte repubblicano e la superiorità delle truppe degli insorti (formate in buona parte da veterani della guerra in Africa) permisero l’avanzata progressiva dell’esercito nazionalista.
La sollevazione ebbe successo a Siviglia, nelle Baleari, nelle Canarie, in Marocco, in Navarra, a Burgos e a Saragozza. Il generale Yagüe guidò l’avanzata in Estremadura, mentre Mola conquistò Irún. Alla fine del 1937 le truppe nazionaliste controllavano la maggior parte dell’Andalusia, l’Estremadura, Toledo, Ávila, Segovia, Valladolid, Burgos, León, la Galizia, parte delle Asturie, Vitoria, San Sebastián, la Navarra e l’Aragona, oltre alle isole Canarie e Baleari, con l’eccezione di Minorca. La Nuova Castiglia, la Catalogna, Valencia, Murcia, Almería, Gijón e Bilbao restavano in mano ai repubblicani.
Il governo repubblicano formò un Gabinetto di coalizione con a capo Giral, che poi fu sostituito da Largo Caballero. Questo fece entrare la CNT (il sindacato anarchico) nel Gabinetto, che si trasferì a Valencia. Il 29 settembre 1936 la Giunta di difesa nazionale nominò Franco capo del governo e comandante delle forze armate. Per tutta risposta il governo repubblicano creò un esercito popolare e armò le milizie. Entrambe le fazioni avrebbero presto ricevuto aiuti dall’estero: le Brigate internazionali appoggiavano la Spagna repubblicana, mentre le truppe tedesche e italiane sostenevano i nazionalisti.
Nell’aprile del 1937 fu bombardata Guernica, a giugno fu occupata Bilbao, Santander cadde ad agosto e Gijón a ottobre. Per reazione i repubblicani aprirono fronti a Guadalajara, Brunete e Belchite.
Nel 1938 i nazionalisti ripresero Teruel e divisero in due parti l’area repubblicana, entrando a Castellón in luglio. Il governo rispose con la battaglia dell’Ebro, che si concluse con la sconfitta dei repubblicani e 70.000 caduti.
Con la fine della resistenza del governo repubblicano cominciò un esodo degli spagnoli verso la Francia. La Catalogna si arrese nel febbraio del 1939. Madrid era l’unica città che resisteva e le offerte di pace della sua Giunta di difesa furono inutili. Le forze nazionaliste occuparono la capitale il 28 marzo 1939, la Repubblica crollò e i suoi rappresentanti fuggirono all’estero, dando vita a un governo repubblicano in esilio; il 1° aprile il generale Franco dichiarò ufficialmente la fine della guerra.”
Da “I 365 giorni che hanno cambiato la storia. History Channel” Arnoldo Mondadori Editore