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RENATO RASCEL A CENT'ANNI DALLA NASCITA

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RENATO RASCEL
A CENT'ANNI DALLA NASCITA

Viaggio intorno a Renato in 45 giri

Vado in giro con una borsa con su stampati i Fab Four, versione Sgt Peppers, sono cresciuto a Rokes e Rolling Stones, vado ai concerti dei Subsonica o dei Coldplay, ho lavorato con Banco del Mutuo Soccorso e Peter Gabriel e ho portato a Torino David Sylvian e Mick Karn insomma, nulla di più distante da Renato Rascel.
Anche teatralmente la mia compagnia non ha mai realizzato teatro commerciale, commedia musicale, dunque? Cinema e televisione poi, a parte due, tre comparsate, assolutamente no. E allora? Affinità politiche neanche, Rascel ha addirittura inciso un disco distribuito dalla Democrazia Cristiana per una campagna elettorale.
Pare non ci siano davvero ragioni per qualche punto di contatto, eppure Assemblea Teatro ha prodotto in proprio, senza particolari contributi degli enti pubblici, questo evento e io ne sono il curatore. Perché?
La risposta è banalmente semplice ed è che gli uomini possono essere grandi anche se sono diversi da te e riconoscerlo non è un peccato ma anzi, un dovere! E' Rascel è stato il grande piccolo italiano. A scavare, poi, eccolo un primo punto di contatto, come noi ha amato l'Italia e l'ha fatta conoscere nel mondo. "Arrivederci Roma" con quell'incipit incredibile "T'invidio turista che arrivi" è valso, in termini di innamoramento dell'Italia e di flussi turistici verso il nostro paese, molto di più di tante milionarie iniziative odierne dei nostri promotori turistici nazionali o regionali.
Rascel è stato artista eclettico e ha saputo essere musicista, attore, ballerino, cantante. Ha saputo lavorare in teatro, nel cinema, ha "fatto" la mitica TV in bianco e nero. Allora ecco che mentre Roma, la sua città, quella di cui si sentiva cittadino lo dimentica, proprio una eclettica compagnia di Torino, la città in cui respirò la prima aria, lo ricorda. Ed è scandalo. Davide batte Golia. Non lo celebra la Capitale, come dovrebbe accadere, ma lo ricorda un gruppo di teatro che ama spaziare con lo sguardo, grazie all'incontro con Franco Settimo un collezionista di vinili, ovvero un cacciatore di oggetti estinti che però raccontano una storia o meglio le tante storie che Rascel ha cantato attraverso le canzoni romantiche, scritte per colorare film, spettacoli, trasmissioni televisive e per far sorridere i bambini.
Rascel, forse perché piccolo di statura, non si è dimenticato che cittadini italiani sono anche i bambini ed è stato l'ultimo grande interprete a cantare brani composti per loro.
Per noi che da sempre di teatro e ragazzi ci occupiamo, avendo per primi inventato dal 1976 questo settore in Italia, ecco un bello stimolo da rimettere in circolo. Grazie alla collaborazione di Matteo Curallo, che risuonerà quelle canzoni che verranno interpretate da Cristiana Voglino e Andrea Castellini costruiremo un affresco di poesia che si intitola naturalmente "Dove vanno a finire i palloncini?"
Ma se le istituzioni, Città di Torino e Regione Piemonte, non ci hanno prestato troppa attenzione pensando ci fosse venuta in mente una baggianata (burla della sorte unica a prestare un po' di attenzione è stata la Provincia, proprio quell'istituzione che si vuole cancellare), abbiamo da subito capito che l'idea era forte.
Perché se ufficialmente Rascel è stato dimenticato, nelle case degli italiani non è accaduta la stessa cosa. Lui è rimasto ancorato ai ricordi, eccome! Perché lo cantavano i padri, perché "ho guardato da piccolo Padre Brown", perché "Il cappotto è un film che ho visto molte volte" perché, perché, perché tutti hanno una buona ragione per non scordarselo.
Bastava accendere un pensiero, è a fare questo ci hanno aiutato da subito Gian Paolo Ormezzano, Osvaldo Guerrieri, Marinella Venegoni, Gian Mesturino, Emma Re, Massimo Scaglione, Alberto Barbera e il Museo Nazionale del Cinema, e molti altri.
Insomma, il 27 aprile abbiamo combinato da soli, piccoli piccoli, un gran casino.
Roma si è dimenticata di Renato e Torino no. Tutta Italia ne ha parlato e manca ora che la mostra e gli spettacoli funzionino e che venga molta gente.
Questo insegna che anche in tempi di crisi, o quando nessuno ti aiuta, basta accendere un'idea e anche i distratti o i troppi impegnati sono poi costretti a misurarsi con quella lampadina arcaica, fuori moda ma… pur sempre brillante!

Renzo Sicco









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