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RENATO RASCEL A CENT'ANNI DALLA NASCITA

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Sua Altezza Renato


Chi l'avrebbe mai detto che proprio a Torino sarebbe nato un personaggio a tutto tondo come Rascel… teatro leggero, poesia, ballo, musica, operetta, persino autore di libri e chi più ne ha più ne metta. Ha, tra le altre una specialità: suona la batteria, ed in questo eccelle, una caratteristica che gli aprirà molte porte e lo porterà lontano.

Il giovane Renato brucia le tappe. Nato in una famiglia di artisti, cresciuto sulle tavole dei palcoscenici di mezza Italia, non si stanca di presentarsi ad audizione e non perde occasione di proporre le sue qualità (specialità) e, del resto, Torino in quegli anni pullula d'occasioni nello spettacolo … minore. Pensate che negli anni '30 la città poteva annoverare oltre 70 locali di spettacolo ed intrattenimento. Infatti Teatri come l'Alfieri ed il Carignano ospitavano all'epoca prosa, rivista, ma anche operetta e avanspettacolo.
Rascel inizia la carriera proprio attraverso le audizioni e da subito gli "impresari" vedono nel giovanotto di belle speranze qualcosa di più di una promessa. I traguardi raggiunti dal " piccoletto" nella sua lunga carriera non si contano! Canta bene, suona altrettanto bene, balla, recita e il suo fisico particolare gli consente di accentuare un'innata verve comica, che saprà trasmettere anche alla moglie Tina De Mola.
Sotto diversi nomi è sui palcoscenici di mezz'Italia pare destinato ad un futuro di "fantasista" quando il fiuto dei fratelli Schwarz lo porta inaspettatamente ad accettare l'importante ruolo di Sigismondo nel celeberrimo "Al cavallino bianco". Ma e' con "Un paio d'ali" di Garinei e Giovannini, che Rascel entrerà nel novero dei comici di grande statura. Anche se proprio di grande statura non era! Proprio il contrasto tra il personaggio e la statura sortirà un effetto quasi cabarettistico in uno dei suoi monologhi di maggior successo "Il corazziere".
Rascel lavora molto per la radio, ma presto diventa un vero Re della tv: la televisione, allora nascente, si accorge subito delle caratteristiche del personaggio e gli offre la possibilità di debuttare davanti ai teleschermi come "comico brillante". Non si contano le partecipazioni a trasmissioni di successo accanto a personaggi come Delia Scala, Loretta Goggi, Mina ed è al centro di due fortunate rubriche " Rascel la nuite" e "Stasera a Rascel city". Alla schiera di comici che attingono alla tradizione, Rascel contrappone (cosi come avviene con Chiari, Scotti ed in seguito con Fo) una comicità sottile, surreale, assolutamente nuova per l'epoca. Come far accettare tutto ciò ad un pubblico televisivo tradizionale? Ma e'proprio il mezzo televisivo, con i suoi primi piani e le sue rapide carrellate che pare nato apposta per valorizzare quel viso da clown triste che, anche senza trucco riusciva a svelare un'umanità insolita ed inaspettata in un comico.
Umanità che non sempre aveva riscontro sul piano umano. Celebri i litigi con i colleghi, memorabili quelli con Paola Borboni: Rascel era il capocomico, la Borboni la prima donna. Ogni sera al termine dello spettacolo, Rascel non lesinava consigli, rimbrotti e suggerimenti sulla recitazione della signora, che la Borboni mal sopportava. La sera dell'ultima replica la Borboni, uscita dal teatro, viene ancora una volta ripresa sul suo modo antico di recitare : "siete sempre stata una vecchia attrice", e la Borboni pronta "io sarò una vecchia attrice, ma sono stata giovane e bella, lei alto, mai!"

Massimo Scaglione



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