ASSEMBLEA TEATRO / PROGETTO KHORAKHANÉ
presentano
UNA CORRENTE DI ALI
da NON AL DENARO, NON ALL’AMORE, NE’ AL CIELO
suggerimenti letterari da Edgar Lee Masters, Fabrizio De André e Gabriele Romagnoli
musiche e parole di F. De Andrè, G. Bentivoglio, N. Piovani, B. Dylan, L. Cohen
eseguite dal vivo dai Khorakhané – Erika Santoru, Gualtiero Alladio, Elisa Aragno, Alberto Poggio
interprete Gisella Bein
scene, costumi e regia di Renzo Sicco
fondale video Marco Pejrolo

Al poeta dei perdenti Assemblea Teatro non dedica solamente una rassegna, ma anche un nuovo lavoro pensato con un gruppo di musicisti innamorati della musica di Fabrizio de Andrè.
Uno spettacolo dedicato non a caso ad un importantissimo capitolo nel lavoro del cantautore genovese: Non al denaro, non all’amore, né al cielo, uno degli album chiave e tra i più amati nel percorso artistico di Fabrizio De André.
 Sul palco ecco riapparire un matto, un giudice, un blasfemo, vizi, gelosie, invidia e scienza, che De Andrè con la sua dissacrante ironia, racconta e descrive. A chiudere il disco e lo spettacolo, il suonatore Jones: unico a non chiedere, unico a non mirare a nulla se non alla libertà. Tra parole e musica ecco intrecciarsi ancora una volta quelle storie divenute icona per la letteratura americana, unite ad altre, nuove, da ascoltare.
Insieme sul palco il riverbero di Edgar Lee Masters e del suo Spoon River con quei “trapassati” che si raccontano (è un libro che arrivò in Italia grazie a Cesare Pavese poi tradotto dall’ amica Fernanda Pivano che nel ’79 rivede e “arrangia” insieme a Renzo Sicco, la messinscena di uno dei successi storici di Assemblea Teatro – Ai ruffiani ai ladri ai bevitori di birra, ispirato proprio da quell’antologia). Ad arricchire il paesaggio umano giungono ora anche i testi scritti dal giornalista/autore Gabriele Romagnoli, incastri di vite, un campionario di epigrafi contemporanee scritte appositamente per dare attualità a questo omaggio che supera la morte nella forte volontà di indagare sulla natura umana.
 La musica lega le parole, Gisella Bein, profonda e al tempo stesso sospesa, narra sogni di uomini, celebra “la morte”e quindi la vita attraverso la poesia. Gli intensi Khorakhané rielaborano musica e canto in un percorso tra gli indimenticabili personaggi di Fabrizio De Andrè.
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