da una idea di Renzo Sicco
in scena: Claudia Facchini – Roberto Leardi
in video Paolo Portanti
regia: Renzo Sicco
regia video Marina Mani Blandini
oggetti di scena: Livio Girivetto
costumi: Sartoria Artistica Teatrale e Yankee
musiche: Robbie Robertson – Carlos Nakai – Furio Chirico
Lo spettacolo affronta il tema dell’intolleranza razziale, del rifiuto della diversità culturale, attraverso il racconto di Piccolo Albero, un adolescente del Popolo degli Uomini, come si definiscono gli stessi nativi americani, il quale percorre diverse tappe della sua infanzia trascorsa coi nonni. Nel racconto del giovane cherokee si ritrovano tutti gli aspetti fondamentali della cultura del suo popolo: una cultura antica, dove con sapienza si mescolano interpretazioni di carattere mistico di fenomeni naturali quali il tuono o la pioggia, con la tradizione di conoscenza e rispetto della natura, dei suoi ritmi, delle sue stagioni, dei comportamenti degli animali.
Piccolo Albero, con quei tratti umoristici propri della cultura del suo popolo e dell’adolescente, mescola nel racconto le avventure più incredibili e le più serene scene di vita quotidiana evocando di volta in volta ambienti, suoni, profumi, paure, stupori che trasmette al pubblico con semplicità ed efficacia.
Lo spettacolo si conclude con la trasformazione del protagonista, in un adolescente, che veste i panni degli attuali giovani cherokee che vivono spesso ai margini della società lo stridente contrasto tra la loro cultura e la cultura corrente della società americana, che non ha tempo né voglia di accorgersi delle diversità e delle ricchezze spesso nascoste sotto un sottile strato di silenzio, di lacerazioni nel ricordo di quella che fu definita “la pista delle lacrime”, che vide il Popolo degli Uomini umiliato e decimato nella migrazione forzata verso i territori che l’uomo bianco aveva riservato ai mitici guerrieri pellerossa.