La gabbianella e il gatto
09 luglio, 2024 - 21:00
Teatro del Cerchio, via Belli 6/a - Parma
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Assemblea Teatro
LA GABBIANELLA E IL GATTO
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scritto da Luis Sepúlveda (Guanda ed.)
traduzione di Ilide Carmignani
riduzione teatrale di Renzo Sicco e Gisella Bein
in scena Cristiana Voglino, Paolo Sicco, Monica Calvi
musiche composte ed eseguite da Matteo Curallo
regia Renzo Sicco
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Kengah, una gabbiana avvelenata da una macchia di petrolio, in un ultimo gesto affida il suo uovo ad un gatto grande e grosso di nome Zorba, strappandogli tre promesse: di non mangiarlo, di averne cura finché non si schiuderà e di insegnare a volare al nascituro…
Luis Sepúlveda – attraverso una storia metafora – racconta con semplicità dell’uomo contemporaneo che, facendo male alla natura, finisce per far male a se stesso.
Un gatto d’onore inizia un’avventura lunga quanto un libro, insieme a compagni coraggiosi, scimpanzé nevrotici, ed un’impaurita gabbianella. L’autore, con la dolcezza di una favola, parla all’uomo, grande o piccolo che sia, rammentandogli i doveri verso la natura, ma anche verso se stesso.
In scena immagini e parole, disegni e voci, unite a musiche che si fondono, con il racconto.
Necessario ascoltare e guardare, per lasciarsi sorprendere dal gioco in cui i tanti diversi personaggi prendono vita attraverso una esilarante Cristiana Voglino. Ora Segretario, ora Zorba, ora piccola gabbianella, a ogni personaggio un accento, un carattere particolare, che conduce dritti dritti tra gli sviluppi del racconto.
Dietro a lei i disegni di Monica Calvi danno forma alle parole, le animano rendendole concrete. Intorno ad un tavolo-uovo, creato dal designer Francesco Iannello, si muovono “i gatti” che invitano a tuffarsi in una storia tonda, capace di catturare grandi e piccini attraverso il divertimento e la sincera emozione.
La musica, composta appositamente da Matteo Curallo, è un ponte, ad unire i tanti ingredienti, quasi a scivolarci dentro, per trascinare in un viaggio magico. Allo spettatore non resta che partecipare al gioco, lasciandosi travolgere da gatti giocherelloni sino, forse, a provare a volare.
Tutto questo perché, come suggerisce Luis Sepúlveda, vola solo chi osa farlo.
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