Oggi ripartiamo sulla scena e ripartiamo da un ospedale, ovvero da uno dei simboli del dolore e della paura di queste settimane, e ripartiamo da una biblioteca creata in quell’ospedale per fornire sollievo attraverso la fantasia. Lo facciamo perché è un nostro percorso, non ci inseriamo dunque a caso, ma sviluppiamo qualcosa che sta nel nostro lavoro da diversi anni grazie al sostegno della Regione Piemonte.
Leggere è fornire aria fresca alla mente di chi è rinchiuso nel cerchio della malattia, è dare ossigeno a chi soffre. L’ossigeno lo danno a volte gli infermieri che abbiamo imparato a riconoscere come angeli. Noi li rispettiamo e collaboriamo con loro da tempo, così come con i medici, i volontari e primari di reparto.
In particolar modo abbiamo avuto il piacere di conoscere il professor Pier Maria Furlan che da sempre crede nel valore della cultura come coefficiente di salute, e per questo si è battuto per trasformare l’ex pronto soccorso dell’Ospedale San Luigi di Orbassano in una biblioteca. Sì, un luogo di prima urgenza ora utile ad un’altra urgenza sociale. La sensibilità.
L’artista Nespolo ha disegnato il logo, noi ci mettiamo le voci dei nostri attori disposti a narrare. Il tutto in sicurezza, distanziati il giusto nel giardino della medesima.
Un buon modo per ripartire con affetto e attenzione ai nostri spettatori potenziali, ancora una volta come prima. Come sempre, poi, ci sono altri nuovi appuntamenti.
Venerdì 3 ripartiamo proprio da un palcoscenico su di una piattaforma nell’anfiteatro: l’anfiteatro dell’antico ex Monastero di Rivalta di Torino.
Rivalta è un Comune dove svolgiamo un articolato lavoro che, come tutto, si è interrotto a febbraio. Ripartiamo da qui, per riconoscenza, perché è stata proprio la Città di Rivalta di Torino a mettere strumenti e risorse per permetterci di completare la messa in scena della “Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa”, l’ultimo lavoro realizzato con Luis Sepúlveda.
È un omaggio che facciamo a due mesi dalla morte del nostro amico scrittore cileno. Gisella è la voce che sono certo lui voleva per la sua Mocha Dick.
Ne abbiamo parlato diverse volte e sono felice lui la possa sentire, in qualunque luogo si trovi ora. Felici dunque se sarete con noi.
Sabato 4 ricordiamo Gino Baral, un funzionario con cui abbiamo avuto piacere e l’onore di collaborare.
I funzionari sono il lato meno conosciuto dei progetti culturali e sovente non sono dei grigi burocrati come fa comodo pensare. Sono persone che come noi credono alla cultura come occasione sociale e si spendono nel loro lavoro per costruire i percorsi e le possibilità perché questo accada. Non prendono applausi come gli attori, ma li meritano e per questo ci piace non dimenticare Gino che nella categoria è stato un campione. Regaliamogli l’applauso che si merita.
Domenica 5 invece, nell’ambito del Festival delle Alpi, nel bell’interno dell’ex Monastero di Rivalta di Torino, allestiamo una mostra di 100 vinili fondamentali degli anni ‘70. Un viaggio musicale ai piedi delle Alpi così la mostra l’abbiamo intitolata come un celebre brano di John Denver, Rocky Mountain High.
E questo solo per partire, per il resto vi aggiorneremo prossimamente sempre su questo sito.
Sono veramente felice che si possa finalmente ripartire, mi sono sentito veramente orfano senza di voi, anche se ho continuato a seguirvi.
un caro saluto e un abbraccio a tutti voi
Grazie Dino
ed e’ cosa reciproca non sai quanto noi senza di TE e tutti Voi
con grande AFFETTO
renzo sicco