E poi c’è la musica, quella di Bombino, il tuareg rock, il Jimi Hendrix del deserto di cui ho parlato in un’altra pagina di questo sito, ma anche un brano straordinario di Mick Karn, artista cipriota/inglese, con cui abbiamo avuto l’onore di collaborare negli anni ottanta. Il suo brano, cantato in arabo, capace di riempire una immaginaria moschea, dice:
“Allah io sono un peccatore, sì, sono un peccatore ma prendimi e fammi entrare comunque nel tuo regno.”
Su tutto lo spettacolo si innesta il lavoro implacabile del duo di percussionisti Miccolis/Leardi, i quali disegnano paesaggi sia geografici, che degli antri più reconditi dell’uomo. Distruttivi come la guerra o come le amarezze e i turbamenti profondi dell’anima. Larghi come una traversata sulla sabbia bollente del deserto, duri come le esplosioni nella battaglia. Da lasciare senza respiro, come gli sguardi del Rais.
Renzo Sicco
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