A Torino il giorno prima dello scippo milanese del Salone del Libro, il quotidiano La Stampa ha annunciato a piena pagina il suo ingresso nella struttura organizzativa nel tentativo, davvero in zona corner e fuori tempo massimo, di gettare il proprio peso per salvare il salvabile. Bel gesto anche se tardivo ma….negli stessi giorni ero in viaggio e mi trovavo a Bologna dove ho sfogliato il Corriere della Sera, l’equivalente milanese de La Stampa per il capoluogo lombardo. Ho trovato poche righe nascoste che riporto a seguito.
Sono il segno tangibile di un pensiero che sorpassa tutte le utili e importanti discussioni sul valore della qualità di una proposta “culturale” quale il Salone del Libro. Poche righe di real-politik in cui si sintetizza che il peso economico è indiscutibile e visto che Torino ha smantellato il suo “sistema” e di conseguenza ha perso anche il suo “modello” ma soprattutto il suo peso politico, lo scippo si può compiere. Dunque perché farci tante discussioni. Bastano 4 righe e poi azione. E Torino si fotta.
Bella la proposta di Evelina Christillin di collaborare ma per farlo devono esserci interlocutori intelligenti e disponibili. Non è questione di campanili ma di sopravvivenza.
Dai pescecani ci si può solo tentare di difendere o mettere argini.