Fermo restando che
- siamo stati quasi tutti felici per il successo del Portogallo nel campionato europeo perché a) un piccolo ha sconfitto un grande il che è sempre cosa buona e giusta e bella, dai tempi di Davide e Golia sino ai giorni nostri; b) il calcio lusitano era in credito nei riguardi del caso, dei curiosi accidenti che popolano il gioco più stupido e più meravigliso del mondo, avendo buttato via misteriosamente una facile finale in casa contro la piccolissima Grecia (2004); c) tutti o quasi amiamo la Francia per via di cultura, libertà, amore, cibo, vino, letteratura e Edith Piaf, in pochi amiamo i francesi consci di ciò e dunque spesso tronfi e gaglioffi (e di contro quasi tutti amiamo – è facile – i portoghesi poveri che, uomini e donne, a Parigi e in un po’ tutta la Francia, fanno i portinai, i netturbini, i camerieri, gli imbianchini, i muratori, i contadini…
- Il risultato finale, l’1 a 0 maturato nei tempi supplementari, è stato perfettamente regolare, persino con un palo a testa
- il fatto che nel mese della fase finale Portogallo abbia vinto una sola partita su sette, la semifinale sul Galles, 2 a 0 entro i 90’ regolamentari, per il resto servendosi sempre dell’extratime e dei rigori, dice quanto i portoghesi abbiano dovuto faticare per affermare i loro valori appena leggerissimamente superiori a quelli degli altri
- forse è stato un torneo continentale povero tecnicamente, con troppe squadrette in campo per via della formula con 24 finaliste, ma sicuramente è stato un torneo assai lungo e pesante per clima meteorologico ed anche politico (le tensioni legate al terrorismo)
possiamo proporre ma anche affermare la tesi, magari solo nostra, per cui l’incidente che dopo appena otto minuti di gioco ha tolto di mezzo il portoghese Cristiano Ronaldo, cioè il più forte giocatore del mondo dopo l’occaso di Lionel Messi, è stato un buon affare proprio per il Portogallo.
E infatti
1) la Francia ha giocato con un briciolino frenante di coscienza sporca, se si è ritenuta la dura entrata di Payet sul campione eseguita a scopo di killeraggio, o quantomeno con un briciolino frenante di senso di debito nei riguardi del caso subito benigno: e insomma c’è stata una qualche azione psicologica handicappante i calciatori francesi
2) sicuramente il pubblico e lo stesso arbitro hanno frequentato queste posizioni psicologiche, così che il fattore-campo è stato ridotto ai minimi termini, anche per il caldo supporto tifoideo dei non pochi portoghesi presenti, ribelli a quella che comunque è parsa un’ingiustizia
3) il Portogallo ha giocato benissimo praticando, entro i propri limiti ma intelligentemente bene conscio di essi, il calcio che la situazione imponeva, quello cioè della dedizione massima, senza nessuna attesa esasperata del colpo magico del fuoriclasse, e con il coinvolgimento di tutti in una sarabanda di corse e passaggi, senza nessuna ricerca ovviamente anch’essa esasperata del passaggio allo stesso fuoriclasse, uscito prestissimo dalla partita
4) la mancanza di Cristiano Ronaldo ha sì tolto comunque un punto di riferimento ai calciatori portoghesi, ma ancora di più a quelli francesi, i quali sicuramente avevano pensato ad una partita facile o comunque semplice, una volta chiusi i rifornimenti di palloni all’asso rivale
5) sollecitati al massimo a fare da soli, i giocatori portoghesi un inconsueto specialissimo massimo hanno dato, e qualcuno ha “usato” l’’occasione per inventare, lì sul posto, un se stesso migliore di quello di prima, anche osando l’inosabile (il tiro di Eder per l’1 a 0 decisivo): tutti comunque rafforzati e intanto rilassati dell’alibi facile ma anche valido e inoppugnabile in caso di sconfitta, e cioè l’indisponibilità del campione ottimo massimo
6) Cristiano Ronaldo, fuori partita per incidente fisico, si è rimesso in gioco psicologicamente ed anche visivamente, concretamente con quel suo agitarsi tifando prima dalla panchina poi da bordocampo, al di là del regolamento, facendo infuriare positivamente i suoi e negativamente i rivali
Di tutto quanto esposto manca ovviamente la controprova e questo è il bello del calcio, grande gioco misterioso che ammette anzi convoca su se stesso la discussione infinita, il tutto ed il contrario di tutto che però non è il niente.
Ma poi “chissenefrega?”, Importante è che abbia vinto il Portogallo.
Gianpaolo Ormezzano