| fascia d’età: 5-10 anni |
viaggio-spettacolo nell’inferno dantesco
testo di Annapaola Bardeloni
con Chiara Tessiore
accompagnata da Stefan Gandolfo
Perchè raccontare la Commedia ai bambini? Perchè L’Inferno?
Perché nell’Inferno Dante racconta la Paura nella sua totalità, la affronta e la supera: questa è la chiave che permette a chiunque, a prescindere dal contesto culturale, di accostarsi in modo avventuroso, identificarsi ed entrare nell’universo dantesco. Soprattutto ai bambini, che hanno con la paura e l’ignoto un rapporto di grande ambivalenza.
Il nostro sguardo, esperienza interattiva e itinerante, si propone come VIAGGIO CONDIVISO ATTRAVERSO LA PAURA: gli spettatori-viaggiatori aiuteranno una guida fifona nel percorso – ricco di prove, misteri e storie – che si trova catapultata dentro a un sogno che ha inizio in una “selva oscura”. Un viaggio in forma di gioco; Un VIAGGIO-GIOCO con regole e tappe.
Un SOGNO, quindi, già sognato e raccontato da altri viaggiatori, e che hanno lasciato tracce per permetterci di risvegliarci e uscirne fuori.
La paura si affronta e si sconfigge conoscendone e riconoscendone la natura. E anche i Mostri – che della Paura sono simboli visibili e archetipi – una volta riconosciuti, non sono più così terrificanti.
Dante vive l’Inferno, ci passa attraverso e ne esce proprio perché è in grado di raccontarlo. E noi, armati di un librone, dal quale, a tratti, fanno capolino le parole della “strana lingua” del “Maestro Dante”, faremo tesoro delle paure già vissute e raccontate per imparare la strada da chi ci è già passato.
Anche la scenografia, la “geografia infernale” che durante il viaggio ci ha tanto spaventato, è fatta di oggetti innocui: scope, maschere, lampadine, teli di plastica, scatole di cartone… Perché abbiamo scelto di disegnare il nostro Inferno con oggetti “nobili”, magici e misteriosi
come le maschere, di altre culture e di luoghi lontani, accostati alla poesia degli oggetti quotidiani. Perché l’Inferno è fatto di conosciuto e ignoto, uno scolapasta
può diventare elmo di guerra, una maschera uruguaiana può raccontare la storia di Ulisse.
La notte dell’incubo terminerà alla luce delle stelle. E con la luce guarderemo con occhi nuovi le nostre vecchie paure.
Ridere dei diavoli, tirare fango puzzolente nelle fauci delle tre bocche di Cerbero, salire in groppa a Gerione e volare attraverso l’inferno a cavallo della propria paura. Che sogno!
Alessio, quattro anni, commenta così lo spettacolo:
“… che bel sogno che abbiamo fatto! Quando sono grande voglio leggere anch’io quel librone che parla e poi voglio sognarlo di nuovo come oggi!…”
Non bisogna essere grandi per fare questo viaggio, per sognare questo sogno, non deve per forza capitarci . “Nel mezzo del cammin di nostra vita” …
fascia d’età: 5 – 10 anni