Il Portogallo a Torino
Come ogni anno l’Insolito ha una coda che in questo 2016 ha il sapore della memoria, della letteratura, del cinema e del teatro, ma soprattutto dei legami internazionali.
SOSTIENE PEREIRA, TRENO DI NOTTE PER LISBONA, CAPITANI D’APRILE, O TESOURO, PAGINE PORTOGHESI, L’INAFFERRABILE: le parole per raccontare la dittatura portoghese, caduta in un giorno storico anche per la lotta di Liberazione italiana, il 25 aprile, e proporre un confronto.
Ecco allora un mese dedicato al ricordo della Liberazione. Ospite anche una compagnia dal Portogallo. Interpreti Andrea Tidona, Gisella Bein, Betti Zambruno, Valeria Benigni, Pier Paolo Cardinali, Rui Spranger, Angelo Scarafiotti, Andrea Boccomini, Manuela Massarenti, Stefano Cavanna, Lino Spadaro, Luca Busnengo e la compagnia di Porto, Teatro Pè de Vento. A parlarne Lorenzo Ventavoli, Renzo Sicco, Joao Pinhal e l’Ambasciatore del Portogallo in Italia.
A fare da cornice al tutto la mostra fotografica PRAIA DE ANGEIRAS – uma terra de pescadores che, allestita alla Biblioteca Civica di Villa Amoretti, vede esposte le foto di Paulo Balreira per narrare un paese di pescatori e un grande successo teatrale italiano in Portogallo.
La serata inaugurale sarà anche un momento dal sapore istituzionale che vedrà ospiti oltre all’Ambasciatore del Portogallo in Italia, Manuel Lobo Antunes, il Console Onorario Portoghese a Torino, Alberto Badini Confalonieri , e un rappresentante della Città di Torino.
Il 28 maggio del 1926, giorno del vittorioso golpe dei militari contro la repubblica liberale, Antonio Oliveira Salazar era professore di economia all’Università di Coimbra e dirigente di un piccolo partito cattolico nazionalista. In soli 6 anni il “mago delle finanze” sarebbe riuscito a impadronirsi di tutte le leve del potere, diventando capo del governo.
Salazar stimava il fascismo e Mussolini, ma non amava le masse, importò buona parte delle strutture costruite dal fascismo (milizia, corporativismo, propaganda, inquadramento della società in organizzazioni paramilitari, saluto romano), ma non ne condivise mai l’ansia espansionistica. Così durante la guerra la sua mitezza, e un accorto calcolo, portò il Portogallo ad essere neutrale, poi alleato, quindi, nel primo dopoguerra, baluardo dell’anticomunismo e tra i fondatori della Nato.
Fu così che i portoghesi videro in un sol colpo cadere ogni loro speranza di libertà. Un Dittatore amico dell’Inghilterra, la Pide, temibile polizia politica, la coscrizione obbligatoria per ben due anni, le guerre in Africa, la povertà e l’arretratezza del Paese, i segni principali di un Portogallo dove sembrava che nulla mutasse. Ma la notte del 24 aprile del 1974 a Lisbona fu “rivoluzione”.
Un giorno come un altro. Tutto sembrava ripetersi stancamente uguale: la guerra, la miseria e le violenze. Fu in questo clima di immanenza che si svolse quella che viene ricordata come la Rivoluzione dei garofani. Nella notte tra il 24 e il 25 aprile i Capitani di differenti reparti militari lanciavano il segnale di inizio delle operazioni: da Radio Renascença occupata, le note della canzone proibita “Grandola vila morena” di José Afonso, il cantautore della libertà, si diffusero per tutto il paese, mentre dalle caserme i militari democratici si incamminavano verso la conquista dei luoghi strategici del potere. Alle 7,30 veniva diramato un comunicato radio nel quale palesavano i loro obiettivi: ritorno alla democrazia, elezioni libere e fine della paura.
Il 25 aprile del 1974, a Lisbona, non fu un giorno come gli altri innumerevoli che l’avevano preceduto, perché da allora, per il Portogallo, la storia prese un’altra strada. Quella della Democrazia. Torino offre alcuni appuntamenti per conoscere un pezzo di storia spesso tralasciato dai manuali ma importante. Apparentemente lontana, geograficamente e storicamente, in realtà assai vicina e lo incrocia appunto con il ricordo dei caduti per la nostra liberazione.